Alle Canarie ogni anno sono 2.300 le vittime da danni provocati dal tabacco ed è pari a 180 milioni di euro il costo sanitario sostenuto dal Gobierno.
Ma non solo: 466.000 persone di età superiore ai 16 anni, vale a dire il 26,2% della popolazione, con un’incidenza leggermente superiore di uomini rispetto alle donne, fuma.
E nonostante la percentuale di persone che non hanno mai fumato sia aumentata del 50% nel 2004 e del 58% nel 2015, e che il 48,3% dei pazienti che hanno terminato il trattamento canario del programma di riduzione del consumo di tabacco abbia resistito 3 mesi senza fumare e il 41% per 6 mesi, la principale causa di morte evitabile è proprio il tabacco.
La modifica della legge anti-fumo, secondo le autorità sanitarie dell’isola, oltre che auspicabile, dovrebbe prevedere principalmente l’eliminazione delle esenzioni fiscali di cui gode al momento attuale il settore del tabacco.
Il prezzo di questo prodotto influenza notevolmente il suo consumo, specialmente tra i giovani.
Ma l’industria del tabacco, affermano, non è per il mercato interno, bensì per i 16 milioni di turisti che arrivano sulle isole e se ne tornano a casa con le stecche di sigarette in valigia.
Le aziende qui risparmiano il 25% delle tasse e il tabacco greggio ha fino a 20.000 tonnellate di prodotto totalmente prive di imposte, per questo le marche famose sono prodotte alle Canarie con gli aiuti dello Stato; se poi aggiungiamo che l’industria genera posti di lavoro, le affermazioni della Sanità Pubblica circa il fatto che il tabacco crea più danni che entrate, lasciano un po’ a desiderare.
Insomma, la produzione e l’esportazione di tabacco nel resto dell’Europa senza pagare alcuna tassa, dove viene venduto a prezzi ovviamente europei, fanno parte di un meccanismo che purtroppo ha ben altre priorità rispetto a quello legato alla salute pubblica.
Sanchez, un responsabile è convinto in ogni caso che una corretta politica fiscale possa fare tanto, a cominciare dalla riduzione dei consumi tra i più giovani; del resto le misure normative che limitano il consumo o la pubblicità sono quelle che hanno più successo, ha poi affermato, ricordando che l’OMS consiglia caldamente di tassare il tabacco.
Redazione