La crescente militarizzazione delle isole quali piattaforma fondamentale per l’Alleanza Atlantica
Quando Pablo Casado, presidente del Partido Popular (PP) ha proposto all’inizio dell’anno le Canarie quali nuova sede di Africom, di fatto ha seguito la linea che ha per obiettivo il crescente ruolo militare dell’Arcipelago quale piattaforma strategica per l’Alleanza Atlantica, con il conseguente rafforzamento della difesa, come dimostrato concretamente con la militarizzazione delle isole.
Africom, United States Africa Command, attivo dal 2008, è responsabile delle relazioni e delle operazioni militari statunitensi che avvengono nel continente africano, escluso l’Egitto e incluse le isole di Sāo Tomé e Principe, Capo Verde, Comore, Madagascar, Mauritius e Seychelles, il cui comando è gestito dal Dipartimento della Difesa con sede a Stoccarda, in Germania.
La nascita di Africom si basa sull’importanza strategica dell’Africa per quanto riguarda il terrorismo internazionale e la fornitura del petrolio, fermo restando l’obiettivo di salvaguardare i paesi poveri grazie alla formazione di forze di sicurezza locali e all’aiuto umanitario.
In breve Africom è uno strumento di comando unico per la difesa degli interessi statunitensi nel continente e in grado di sorvegliare al meglio le cosiddette zone calde, come quelle del Sahara, del Sahel, del Corno d’Africa e del Golfo di Guinea, con strategie correlate per la lotta al terrorismo e il controllo delle fonti minerarie ed energetiche.
Il quartier generale di Africom è a Stoccarda ma nel giugno del 2017 si sparse la voce della presunta intenzione da parte di alcuni stati africani di ospitarlo, a dispetto del voto contrario di Libia e Nigeria.
L’intenzione dell’Arcipelago di volere diventare la nuova sede del quartier generale di Africom, si accompagna al discorso del capo del Commando Militare delle Canarie, Carlos Palacios Zaforteza, durante la recente Pascua Militar, il quale avrebbe affermato che con la creazione del Mando de Presencia y Vigilancia Terrestre, il dispiego delle unità militari in tutte le isole è più evidente ed esprime l’intento di garantire la libertà, la sicurezza e la sovranità nazionale in ogni angolo della Spagna.
Obiettivi principali del Commando Militare sono la sicurezza pubblica e la difesa dell’Arcipelago da ogni minaccia, tra le quali, come è noto, quella rappresentata dalla vicina attività terroristica di matrice jihadista di El Sahel, un’estesa lingua di terra che separa il Sahara dalla savana, dove ci sono zone senza controllo e dove già la Nato, attraverso l’esercito francese, sta combattendo insieme ai militari spagnoli.
Che le Canarie siano, insieme a Ceuta e a Melilla e alla Comunità Valencia, i primi luoghi dove sia nato un Commando Militare, non solo dimostra la loro influenza nella struttura militare spagnola, ma ne esprime la competenza in termini di risorse umane e di risorse materiali.
La celebrazione del giorno della Pascua Militar, tenutasi nel Palacio de la Capitanía General de Canarias a Santa Cruz de Tenerife, è stata l’occasione ideale per presentare tutte le operazioni militari in Turchia, Iraq e Mali del 2019; le Canarie saranno impegnate su più fronti contemporaneamente, con la partecipazione del Mando Naval nell’operazione Atalanta, contro la pirateria nell’Oceano Indiano e grazie all’imbarcazione Relámpago, e nell’operazione Sophia, con l’imbarcazione Rayo, così come con l’esecuzione di operazioni permanenti di sicurezza e vigilanza marittima.
Analogamente il Mando Aéreo de Canarias prevede di continuare a prender parte alle esercitazioni programmate, nonché a quelle di sicurezza cooperative e di distaccamento aereo tattico nell’operazione Sophia; l’Esercito di Terra proseguirà invece nel percorso formativo che lo renderà idoneo a operare con elevata organizzazione militare, flessibilità, coesione con gli altri corpi e utilizzando mezzi tecnologicamente all’avanguardia.
Il Mando de Presencia y Vigilancia Terrestre di fatto si aggiunge alle altre Forze Armate, Ejército de Tierra, Mandos de Vigilancia y Seguridad Marítima, Mandos de Defensa y Operaciones Aéreas e Ejercito del Aire, tutte impegnate a servire non solo le Canarie ma tutta la Spagna.
In particolare nel Mali, in missione di formazione delle truppe locali per la lotta contro il jihadismo, saranno destinati 180 militari appartenenti al Regimiento de Infantería Canarias 50, mentre 450 militari del Regimiento de Infantería Soria 9, andranno in Irak per l’operazione Resolución.
Il ruolo militare dell’Arcipelago non è nuovo in realtà, basti ricordare la cosiddetta Fuerza Terrestre, dalla quale dipende il resto delle brigate dispiegate su territorio nazionale, e che si distingue per capacità di artiglieria antiaerea e di combattimento aria-terra.
Palacios Zaforteza ha poi sottolineato l’aumento della presenza militare sulle isole, composta, stando agli ultimi dati resi disponibili dal Ministero della Difesa, da 8.712 effettivi, tra personale militare e civile; la presenza più numerosa corrisponde all’Ejército de Tierra, con 5.400 effettivi, seguito da quello del Aire, 2.000, e dalla Armada, con 950 effettivi.
La maggior parte del personale si trova a Tenerife e a Gran Canaria, tuttavia vi sono unità su tutte e 7 le isole dell’Arcipelago, oltre a 150 membri dell’Unità Militare delle Emergenze e 3.400 membri della Guardia Civil.
E se pare comunque altamente improbabile che le Canarie possano diventare la nuova sede di Africom, data l’impopolarità che ne conseguirebbe, l’Arcipelago, in ogni caso, rimane un centro nevralgico per le relazioni con l’Africa.
In chiusura del suo discorso, Palacios Zaforteza non ha mancato di ricordare, parlando di missioni al di fuori dei confini nazionali, gli oltre 3.000 soldati uomini e donne impegnati lontano da casa.
Ilaria Vitali