PIL in crescita del 2,4% alle Canarie, secondo lo studio basato sui dati ufficiali dell’Istac e realizzato per il Servizio di Politica Economica del Ministero di Economia, Industria e Commercio del Gobierno.
In particolare nel terzo trimestre del 2018 il PIL, crescendo del 2,4% rispetto ad analogo periodo del 2017, ha evidenziato un incremento per 20 trimestri consecutivi e, secondo il Gobierno, ha superato il picco pre crisi del 2008.
L’incremento, registrato anche a livello nazionale e di eurozona, è stato maggiore nel settore dell’industria, seguito da quello dei servizi, mentre il settore delle costruzioni ha consolidato la crescita del 3,7% raggiunta nel trimestre precedente.
Il Ceprede, Centro de Predicción Económica, ha presentato recentemente le previsioni sull’andamento delle attività economiche della Spagna, elaborate stimando la crescita del PIL per tutto il 2019; i dati mostrano una dispersione della crescita di 1,1 punti percentuali di differenza con l’avanzata regionale, con 4 regioni al di sotto del 2%.
Dopo l’ultima acquisizione dei dati mensili, il Ceprede segnala che 6 comunità presenteranno un incremento uguale o superiore alla media nazionale del 2,4%, ovvero Murcia, la regione più dinamica con un 2,9%, le Baleari, con 2,7%, Andalusia, con 2,6%, Aragona, Valencia e Madrid con 2,5%.
Al di sotto della media nazionale si posizioneranno tutte le altre regioni, con incrementi comunque compresi tra l’1,8% e il 2,3%.
Nel caso specifico delle Canarie, la previsione di crescita non raggiunge il 2%, bensì si attesta sull’1,8%.
Questi dati coincidono con quelli della Contabilidad Nacional Trimestral del terzo trimestre del 2018 pubblicati da INE, che confermano una crescita dello 0,6% dell’economia spagnola relativa allo scorso mese di ottobre, e invariata nelle stime complessive nazionali pari al 2,6% di tutto il 2018.
La decelerazione delle Canarie riflette l’andamento del tessuto economico nazionale e internazionale, dove è atteso un significativo rallentamento della crescita, ma è dovuta altresì a una peculiare situazione d’incertezza della situazione politica, con elezioni a breve, e alla stagnazione del settore turistico, autentico pilastro dell’economia dell’Arcipelago.
Le destinazioni concorrenti delle isole infatti sono ormai tutte riaperte e a prezzi estremamente competitivi, fenomeno che comporterà inevitabilmente, stando agli esperti, una riduzione dei turisti.
Valeria Pezzi