Con la entrata in vigore del “ Real Decreto Ley” che ha modificato l’articolo 29 che regola l’imposta delle trasmissioni patrimoniali e atti giuridici documentati, si è stabilito finalmente che è la banca a doversi far carico di liquidare questa imposta quando eroga un prestito ipotecario e quindi non più il soggetto che richiede il prestito.
Oltre a questo cambio si sta comunque pian piano elaborando anche una dottrina specifica in ordine a varie clausole che sono normalmente presenti nei contratti di prestiti ipotecari, e che finalmente vengono riconosciute come “abusive“.
Recentemente però il Tribunale Supremo ha evidenziato che la “commissione di apertura” che il richiedente del prestito è tenuto a pagare alla banca, non è da considerarsi abusiva, ma solo da sottomettere ad un controllo di trasparenza, ritenendo il calcolo di questo importo come una retribuzione che riceve la banca per concedere il prestito e non come prestazione di un servizio.
L’intervento notarile interessa entrambe le parti, pertanto il costo della scrittura pubblica del prestito si deve distribuire in parti uguali.
Diverso invece il caso della cancellazione dell’ipoteca, che spetta unicamente al soggetto che ha richiesto il prestito.
La garanzia dell’ipoteca s’iscrive a favore della banca che ha erogato il prestito, pertanto finalmente spetta a questa liquidare i costi d’iscrizione dell’ipoteca nel registro della proprietà.
Probabilmente, richiedere un prestito ipotecario costerà comunque di più affinché le banche possano continuare a mantenere i margini di utile in questo tipo di operazioni, anche se il governo ha garantito la creazione di un’autorità di difesa dei diritti dei clienti che possa vigilare e impedire l’aumento generalizzato di commissione di apertura del prestito che può essere collegato all’avvento della nuova normativa e dottrina.
Avv. Civita Masone