Nelle isole non si dovrebbe andare con la valutazione preponderante che viverci costa (costerebbe) meno che in Italia, ma principalmente, esclusivamente, per fare una metamorfosi di vita.
Anzi se viverci costasse di più che in Italia sarebbe forse meglio, così l’amo, l’esca dell’illusione, non avrebbe scopo di esistere e molti non fallirebbero dopo pochi mesi.
Simbolicamente come da bruco a farfalla, da condizione inerme a bellezza che vola leggiadra.
E la farfalla sa comunque che le costa di più questa nuova condizione, sa che deve lavorare senz’altro più di un bruco sprovvisto di ali per impollinare.
Possiamo pensare ad una “sinestesia”, cioè vivere in un luogo “onerosamente piacevole”.
Un luogo che ti fornisce però anche la possibilità di considerare che è piacevole e rilassante rimandare a domani quello che non hai proprio voglia di fare oggi.
Fintanto che ci soddisfiamo con le aspettative di un pensiero, di un desiderio, allora tutto è facile, è importante, è possibile.
Ma quando incontri certe realtà complicate non puoi più continuare a soddisfare le aspettative che, col passare del tempo, diventano paludose; allora di colpo diventi un incapace, ti senti colpevole per i problemi che hai.
Uno stile di vita vivibile è composto da un insieme di rinunce.
Il bello, il riuscire, non è per tutti.
La sincerità nell’essere se stessi e nel vivere la propria vita senza l’esigenza di apparire, crea la formula giusta per procedere.
Il motivo di una metamorfosi è che l’Italia di oggi è insopportabile a molti.
La borghesia, l’aristocrazia, il potere… nessuno è stato capace, né prima né ora, di rendere vivibile la terra più prolifera, più proficua e ricca del mondo.
Siamo sempre stati divisi in fazioni, a far la guerra tra di noi.
Anche adesso c’è rivalità, sfida, diffidenza, truffa, accidia, imposte assurde e il risultato è che non sappiamo più chi siamo, come vivere senza angosce, anche se l’Italia è comunque un bel paese rispetto ad altre nazioni.
Pertanto, più aspettiamo a mutare, più ci assale il panico.
L’Italia è come un aereo: gli aerei sono, di fatto, più sicuri dell’auto o del treno o del pullman.
Ma quando accade un incidente a un aeroplano pare più sensazionale, devastante e grave degli altri.
Semplicemente, ritengo, perché nell’inconscio sappiamo che nell’incidente d’auto passano solo un paio di secondi dalla vita, ancora piena e ignara della tragedia, alla morte per l’impatto; non si ha il tempo per pensare.
Mentre sappiamo che con l’aereo abbiamo un tempo, cinque, dieci minuti, per renderci conto della nostra tragedia e questo “lungo” tempo è troppo sconvolgente da vivere.
Ma non pensiamo che il minor costo di una cosa porti alla semplicità di vita e alla felicità.
Andrea Maino