L’Agenzia delle Entrate triplica il numero di avvisi e ricorda che coloro che offrono servizi aggiuntivi non sono esenti da IVA.
Il boom degli appartamenti turistici ha fatto scattare l’allarme dell’Agenzia delle Entrate per possibili frodi fiscali in relazione agli affitti.
I proprietari di questo tipo di alloggio che non includono le loro entrate nella dichiarazione dei redditi rischiano di ricevere una sanzione consistente nel pagamento del reddito non dichiarato, più una sovrattassa compresa tra il 50% e il 150% dell’importo frodato, a seconda che la colpa sia lieve, grave o molto grave.
Il Tesoro ha già avvertito i contribuenti che dispone di dati sul loro conto all’estero o su contratti di locazione turistica e ha segnalato che è obbligatorio pagare.
Nel corso di questa campagna sul reddito, l’Agenzia delle imposte dello Stato (AEAT) ha inviato 700.000 avvisi ai proprietari di appartamenti turistici, tre volte di più dello scorso anno.
Dal 1° gennaio, le piattaforme che offrono questo tipo di alloggio, come Airbnb, sono tenute a trasmettere direttamente al Tesoro informazioni sulle prenotazioni e le transazioni tra inquilini e ospiti.
Gli affitti turistici, quando tassati per l’intero importo, non godono della riduzione del 60% che hanno il resto degli alloggi in affitto.
L’affitto di appartamenti per week-end o periodi di vacanza, senza che il proprietario fornisca alcun servizio aggiuntivo, non è considerata un’attività tipica degli appartamenti turistici.
L’Agenzia delle Entrate ricorda che se vengono offerti servizi specifici per il settore alberghiero, come la pulizia periodica o il cambio di vestiti, il noleggio non è esente da IVA e deve essere tassato con l’aliquota ridotta del 10%, come struttura alberghiera.
Questo avviso si applica a situazioni in cui questo tipo di servizio non viene offerto, ma è disponibile per l’attività una persona a tempo pieno.
Redazione