Possedere oggi una seconda casa vuota e quindi non occupata, potrebbe rivelarsi un autentico salasso, come emerge dal Real Decreto-Ley (RDL) che inserisce delle misure urgenti per quanto riguarda alloggi e affitti, in grado di aumentare fino al 50% la IBI, ovvero l’imposta sul patrimonio immobiliare.
Nello specifico, il Real Decreto in vigore dallo scorso 6 marzo, afferma che tutti i comuni potranno richiedere un aumento fino al 50% dell’aliquota fiscale netta e che questo limite può essere raggiunto con un unico supplemento o calcolato a seconda del periodo in cui l’immobile risulta non occupato.
L’ipotetico salasso riguarderebbe gran parte della popolazione, dal momento che 6 milioni di famiglie spagnole risultano proprietarie di una seconda abitazione, di cui 3,6 milioni sulla zona costiera, pari cioè al 65% (dati Donpiso).
Le principali vittime della nuova disposizione potrebbero essere proprio quei proprietari che riescono ad affittare la seconda casa pochi mesi all’anno e già è scattata la polemica nei confronti di un Gobierno che, come su altri fronti, delega alle comunità autonome il potere di aumentare o meno l’IBI.
Nello specifico sono le regioni che hanno la facoltà di definire se una casa risulti sfitta il tempo sufficiente per cadere nel salasso, cosa che porta la maggior parte dei proprietari a imbattersi in ben 17 regolamentazioni differenti.
Il Real Decreto stabilisce inoltre che saranno i comuni di tutta la Spagna, per un totale di 8.100 assessori, a stabilire come si dimostra la non occupazione di un alloggio, basandosi principalmente sulle bollette delle utenze domestiche, come acqua, luce e gas.
Alcune fonti governative sottolineano che quello che il nuovo decreto in sostanza farà, è di obbligare le regioni a definire se e per quanto tempo un’abitazione è sfitta.
Diverse le reazioni dei gruppi politici, come Ciudadanos che critica duramente i punti basilari del decreto affermando che potrebbero generare un’enorme incertezza giuridica, giudicando infine tutta la manovra come un’azione diretta contro l’unità di mercato.
L’aumento delle tasse costituirà il motivo per cui le persone si sentiranno costrette ad affittare le seconde case, tralasciando per lo più la sicurezza giuridica e correndo il rischio di non trarne benefici economici.
La vera domanda che tutti si stanno ponendo è se il Real Decreto sarà effettivamente applicato, visto che quelli di Vivienda rientrano tra i numerosi decreti ai quali non è stato dato ancora il via libera.
Tra le altre misure, il Real Decreto stabilisce che il reddito da locazione non può superare l’IPC nella sua revisione annuale, fissando così determinati incentivi fiscali e un indice di prezzi di riferimento per gli affitti, al fine di promuoverli.
La stessa durata del contratto passa obbligatoriamente da 3 a 5 anni o a 7 se si tratta di persona giuridica, mentre il periodo di preavviso da parte del locatore diventa di 4 mesi e per il locatario di 2 mesi.
Giandomenico Mucci