Diario di un difensore dell’ordine

Questo mese, attraverso la narrazione di due episodi avvenuti sull’isola il mese scorso, vorrei far capire ai lettori quanto la professione di vigilante sia una questione di vocazione e di senso di giustizia, e non come una facile forma di guadagno e di integrazione nel mondo del lavoro come il governo e le istituzioni spagnole cercano di far credere.

Il primo caso è accaduto nel HUC (Ospedale Universitario di Canarias), dove approssimativamente alle sette e mezza di sera, un paziente psichiatrico cominciò ad avere un’attitudine violenta nei confronti del personale sanitario assestando vari colpi a una delle infermiere che cercavano di contenerlo.

Al vedersi in chiara posizione di inferiorità il personale medico chiede l’intervento del personale di sicurezza, i quali in pochi secondi arrivano sul posto trovando oltre che un’infermiera al suolo con ematoma e ferite sanguinanti, il paziente afferrato al parapetto del balcone che insulta i medici e con la chiara intenzione di buttarsi nel vuoto.

Per priorità di emergenza i due vigilanti come prima cosa cercano di allontanare il paziente dal balcone ma quando si avvicinano l’uomo assume nuovamente un’attitudine violenta e colpisce con forza il personale di sicurezza rompendo il labbro di uno e danneggiando gravemente un occhio dell’altro.

Alla fine il paziente viene bloccato al letto con mezzi di ritenzione e, dopo che è stata riportata la situazione alla normalità, il vigilante con danni corneali viene trasferito d’urgenza in sala operatoria.

Normalizzata la situazione si viene a conoscenza che tale paziente giorni prima fu protagonista di atti violenti nei confronti del personale dell’ospedale e di altri  vigilanti minacciando tutti con un’arma elettrica non letale.

Il secondo caso è avvenuto all’aeroporto Reina Sofia, dove un uomo di nazionalità irlandese si presenta al controllo di accesso dei veicoli in stato di ebbrezza.


Quando il vigilante chiede le credenziali riceve una serie d’insulti come risposta e il turista prova a sfondare il posto di blocco con il mezzo.

Quando l’uomo capisce di avere l’accesso proibito alla zona scende dall’auto e affronta uno dei vigilanti che viene fatto cadere al suolo procurandosi ferite e contusioni abbastanza importanti nella zona craniale.

I colleghi al vedere i fatti si precipitano subito nella zona e riescono a bloccare l’individuo e metterlo a disposizione della guardia civile presente all’interno dell’aeroporto.

Successivamente il primo vigilante viene trasferito in ambulanza all’ospedale dove riceve vari punti di sutura mentre altri due vengono curati sul posto per contusioni di minor importanza.

Episodi simili accadono più spesso di quanto si pensi anche se non vengono riportati nei quotidiani.

A tutti quelli che vogliono far parte di questa nobile professione vorrei ribadire che deve essere una decisione presa per spirito di protezione e giustizia verso gli altri e non va considerato come un lavoro d’ufficio che permette solo di guadagnare uno stipendio a fine mese.

 

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