National Geographic ha menzionato i paesaggi dell’isola per dimostrare che non è necessario andare lontano per godere di paesaggi spettacolari.
È risaputo che le Isole Canarie hanno paesaggi mozzafiato.
Le aree insulari sono il Parco Nazionale di Timanfaya (Lanzarote), i Pilares de Los Organos e Garajonay (La Gomera), la spiaggia di Sotavento (Fuerteventura).
Nell’articolo spicca Timanfaya, di cui si menzionano le montagne di fuoco, come il popolare Manto de la Virgen, la Caldera del corazoncillo e la Montaña rajada.
La sua origine risale al 1730, quando iniziarono le violente eruzioni che continuarono nel 1736 e successivamente, nel 1824.
Il sud dell’isola venne ricoperto di lava, plasmando la morfologia del paesaggio.
Timanfaya è uno dei migliori esempi di terreno vulcanico senza vegetazione e regala angoli di grande bellezza come il famoso Charco de los Clicos, un lago verde creato da zolfo e alghe.
Al settimo posto della classifica stilata dal National Geographic sono collocati i Pilares de Los Organos, così chiamati perché ricordano i cilindri degli organi delle cattedrali.
Queste formazioni rocciose sono state create dall’erosione del mare sui materiali vulcanici.
Dichiarato Parco Naturale, questo gioiello si erge per 700 metri lungo la costa nord di La Gomera.
Inaccessibile da terra, si può godere dello spettacolare paesaggio in barca o in aereo, sorvolandolo.
La spiaggia di Sotavento, in sedicesima posizione, è ancora una volta motivo di ammirazione per National Geographic per i suoi 9 chilometri di sabbia la cui larghezza varia a seconda delle maree.
In totale comprende cinque meravigliose spiagge: Los Canarios, Malnombre, Mirador, Risco del Paso e La Barca. Quando la marea è bassa, il posto si trasforma in un enorme banco di sabbia che lascia dietro di sé piccole pozzanghere.
Quando la marea si alza, genera una grande laguna, ideale per praticare alcuni sport come il kitesurf o il windsurf.
E infine, ma non meno importante, c’è il Garajonay.
Dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 1986, il Parco Nazionale di Garajonay si estende su 4.000 ettari di muschi, eriche, felci, oleandri, e conta una quarantina di specie endemiche, alimentate dalla “pioggia orizzontale” assorbita dalla massa forestale.
Il nome del parco deriva dalla leggenda dei principi aborigeni Gara e Jonay che si immolarono per amore dall’Alto de Garajonay.
Completano l’elenco la Foresta di Irati (Navarra), il Monumento Naturale del Mallos de Riglos, Agüero e Peña Rueba (Huesca), Las Médulas (León), la Playa de las Catedrales (Galizia), il Torcal de Antequera (Malaga), il Pozo de los Humos (Salamanca), Doñana (Huelva), Valle del Jerte (Estremadura), Bárdenas Reales (Navarra), Bufones de Pría (Asturie), Duna de Bolonia (Cadice), Cuevas del Drach (Maiorca), Parque Natural de las Lagunas de Ruidera (Albacete), desierto de Tabernas (Almería), Garrotxa (Girona) e Grutas de San José (Castellon).
Claudia Di Tomassi