Libertà, uguaglianza, democrazia e rispetto della dignità umana: sono questi i valori comuni che uniscono gli stati membri dell’Unione europea, ne costituiscono l’essenza e ne reggono le fondamenta.
A ricordarlo è la presidente eletta della futura Commissione europea Ursula von der Leyen che in un articolo pubblicato domenica 15 settembre sul quotidiano La Repubblica spiega la definizione della delega “a protezione dello stile di vita europeo” affidata al commissario e vice presidente greco Margaritis Schinas, in capo alle “questioni migratorie” del prossimo esecutivo UE.
L’attribuzione della delega al futuro commissario europeo ha suscitato nei giorni scorsi non poche polemiche.
Molto critico è stato mercoledì 11 settembre l’ex premier Enrico Letta, che sui suoi canali social si è lasciato andare al commento: “Con franchezza. La competenza della nuova Commissione UE sulle migrazioni ridenominata ‘proteggereilnostromododivivere’, anche no. Semplicemente no. Ma proprio NO!”.
Da qui è nata l’iniziativa di Von Der Leyen per spiegare il perché della delega e del nome: i valori menzionati dalla ex ministra della difesa tedesca, rientrano nel famoso Trattato sull’Unione europea e “definiscono e racchiudono il significato autentico della nostra Unione” sostiene Von Der Leyen.
E sono proprio questi valori fondativi che – secondo la presidente eletta – vanno preservati: “Dovremmo essere fieri del nostro stile di vita europeo in tutte le sue forme e dimensioni – osserva Von Der Leyen – e dovremmo costantemente preservarlo, proteggerlo e coltivarlo.
Questo è il motivo per cui è uno dei sei principi guida dei miei Orientamenti Politici, che in luglio hanno ricevuto il sostegno del Parlamento europeo”.
Entrando poi nel merito delle polemiche che la nomina dei giorni scorsi ha sollevato: “Per la maggior parte delle persone ‘the European way of life’, lo stile di vita europeo, non ha bisogno di spiegazioni: è semplicemente la realtà quotidiana” sottolineando che non è passato inosservato l’acceso dibattito “sulle connotazioni e sulla sostanza del concetto”.
Per altri – aggiunge in seguito – l’espressione “stile di vita europeo” è “un’espressione carica e pregna di significati politici: ma non possiamo e non dobbiamo lasciare che altri ci privino della nostra lingua: anche la lingua fa parte di chi siamo”.
Von Der Leyen arriva poi a parafrasare le parole del presidente americano Kennedy “non dovremmo solo chiederci cosa fa la nostra Unione per noi, ma anche quello che possiamo fare noi per la nostra Unione.
Ogni parola dell’articolo 2 del Tue – osserva – evoca sia un diritto che un dovere per tutti noi, indipendentemente da dove veniamo e da dove viviamo nell’Unione”.
In sostanza, lo stile di vita europeo racchiude in sé il riferimento ad una concezione europea della vita e al modo di vivere insieme all’interno dell’UE: “Si tratta di costruire un’Unione di uguaglianza, in cui tutti abbiamo le stesse possibilità di accesso alle opportunità – sottolinea Von Der Leyen – e si tratta di fornire alle persone le conoscenze, l’istruzione e le competenze necessarie per vivere e lavorare dignitosamente, l’accesso ai servizi di cui abbiamo bisogno e la consapevolezza di sentirsi sicuri nelle nostre case e nelle nostre strade”.
Si tratta di un modello di concepire la vita che “si è affermato a caro prezzo e a fronte di grandi sacrifici” aggiunge la presidente eletta, sottolineando come “abbiamo visto populisti nostrani che scandendo slogan nazionalistici dozzinali, cercano di destabilizzarci dall’interno”.
In chiusura dell’articolo Von Der Leyen rimarca: “Non dobbiamo permettere a tali forze di appropriarsi, snaturandola, della definizione di stile di vita europeo.
In altre parti del mondo esistono stili di vita diversi dal nostro.
Tutti abbiamo le nostre tradizioni, i nostri sistemi di valori e il nostro modo di fare le cose.
Ma tra tutti io sceglierò sempre lo stile di vita europeo e la nostra Unione di solidarietà, tolleranza e affidabilità” conclude la presidente eletta.
(NoveColonneATG)