Molti ristoranti dell’isola sono costretti a fermare prima le cucine e ad anticipare l’orario di chiusura al pubblico.
Negli ultimi tempi molti ristoranti e luoghi di divertimento sull’isola sono stati costretti a chiudere anticipatamente la cucina o a prolungare a due giorni alla settimana la chiusura dei locali per dare i dovuti giorni liberi ai dipendenti.
Il motivo?
L’attuazione del decreto- legge approvato dal Governo che impone ai lavoratori autonomi, alle piccole e medie imprese e alle grandi imprese di registrare le ore di lavoro del personale, monitorando gli straordinari per far sì che il dipendente riceva esattamente il compenso per la giornata lavorativa che esegue.
Era già noto che l’entrata in vigore di questo nuovo registro orario non sarebbe stata esente da controversie.
Non solo perché le aziende hanno dovuto cercare un sistema affidabile per controllare l’orario di lavoro dei propri dipendenti, ma anche perché la regola lascia molte domande aperte.
Ci si chiede, ad esempio, quale sistema utilizzare se il lavoratore è autonomo e non deve frequentare un ufficio, o se il tempo impiegato per fumare o prendere il caffè conta come parte della giornata lavorativa.
La verità è che per il settore della ristorazione, questa regola sta già causando problemi.
Il segretario generale della Federazione delle aree urbane delle Isole Canarie (Fauca), Abbas Moujir, ha detto che c’è preoccupazione nel settore, dal momento che ci sono già state alcune ispezioni che hanno costretto molti ristoratori a chiudere la cucina in anticipo o a dire ai clienti che non potevano essere serviti.
Moujir ha chiarito che la misura è positiva, ma ha anche assicurato che nel settore non c’è lo sfruttamento che si teme.
Il settore della ristorazione ha una struttura molto complessa perché non ha un orario fisso in quanto dipende dai clienti.
Ci possono essere giorni in cui ci si aspetta che il ristorante sia pieno, come il venerdì o il sabato, e poi si scopre che non è così, nonostante il fatto che per quel giorno sia stato chiamato più personale.
O il contrario.
Si pensa che il martedì sera nessuno vada al bar e magari proprio quel giorno si riempie e si ha meno personale.
Nel settore della ristorazione, secondo Moujir, c’è sempre stato un tacito accordo tra dipendente e datore di lavoro, che non è sfruttamento.
Si tratta di accordi verbali in cui entrambe le parti convengono che, ad esempio, se c’è una serata in cui il locale è pieno e si prevedeva di chiudere alle 22.00, invece di mandare via i clienti, il proprietario chiede al dipendente di rimanere una o due ore in più, che poi recupera in un altro giorno o quando egli stesso ne ha bisogno per questioni personali.
Con le ispezioni in corso, invece di offrire un buon servizio, molti proprietari sono costretti a dire ai clienti che hanno mezz’ora per mangiare o che il locale è chiuso e non possono occuparsi di loro.
A ciò si aggiunge il fatto che questo settore è uno dei più colpiti dal rallentamento dei consumi privati (la gente esce meno per mangiare fuori casa) e dal calo del turismo, che si sta verificando soprattutto a Santa Cruz de Tenerife e nella zona di Arona e Adeje.
Da parte sua, il direttore generale ad interim del lavoro del Governo delle Isole Canarie, Jose Miguel Gonzalez, ha detto che la norma non persegue il datore di lavoro, ma richiede che i diritti dei lavoratori siano rispettati e che le ore di straordinario che hanno effettuato vengano coperte.
In questo senso, Gonzalez ha riconosciuto che, soprattutto nel settore del tempo libero e della ristorazione, il controllo orario è più complesso.
Ha spiegato che se ci sono accordi tra dipendenti e datore di lavoro, questi devono essere verificabili da parte dell’ispettore.
Se l’ispettore trova che il dipendente per più giorni prolunga l’orario di lavoro, ma compensa con altri giorni e che alla fine il calcolo soddisfa i regolamenti, non aprirà il procedimento di violazione.
Quello che non è certamente normale, secondo Gonzalez, è che un locale con due dipendenti assunti per quattro ore ciascuno sia aperto fino alle 22:00.
Gonzalez ha detto che l’ufficio non dispone ancora di dati, ma ha chiarito che le ispezioni vengono effettuate da tempo, non solo ora che la norma del registro orario è in vigore.
A questo proposito, ha detto che grazie ai controlli sono stati regolarizzati nelle Isole più di 35.000 posti di lavoro in due anni.
Ha poi proseguito precisando che tutte le aziende, grandi o piccole, e di qualunque settore, hanno un programma.
La regola prevede che quel programma debba essere rispettato.
Non dice che non si può essere flessibili, ma la flessibilità deve riflettersi in modo che l’ispettore non veda incongruenze.
Gonzalez ha anche indicato che si deve considerare la norma non tanto come una misura per perseguire il datore di lavoro, ma come un modo per far sì che il datore di lavoro stesso possa controllare la produttività del suo dipendente e gestire nel modo più efficace possibile il personale e le attività.
Va ricordato che gli ispettori stanno già effettuando controlli e l’importo delle ammende varia da 626 euro a 6.250 euro.
Claudia Di Tomassi