Il 5 febbraio 1982, l’imprenditore anglo-canadese John Lucas non aveva ancora la sua agenzia di viaggi Ten Travel, ma era il rappresentante della Laker Airways, la prima grande compagnia charter britannica con offerta di alloggio, che ogni anno portava a Tenerife migliaia di turisti.
Quella mattina, John ricevette una chiamata che gli diceva che l’aereo della compagnia diretto a Tenerife aveva dovuto girare nel Mar Cantabrico, poco prima di entrare nello spazio aereo spagnolo, per tornare a Manchester.
La Laker Arways era andata in bancarotta.
Non si trattava di un fallimento commerciale senza volto, ma di una caduta con nome e cognome, quello di Freddie Laker, un imprenditore di successo forgiatosi nel secondo dopoguerra in Europa.
Nel 1966 Freddie fondò la Laker Airways, che negli anni ’70 fece esplodere il mercato con voli da 100 sterline per viaggiare tra Londra e New York.
Questo e un’espansione molto forte, ma con un sostegno finanziario inferiore a quello necessario per affrontare i momenti difficili, lo portarono alla rovina.
Il giorno del fallimento, il problema peggiore di John Lucas non era l’aereo che non arrivava, ma le 600 persone che la compagnia aveva portato e che erano alloggiate a Puerto de La Cruz.
Ricorda John Lucas di essersi trovato senza una compagnia aerea, senza la società per cui aveva lavorato, senza retribuzione e senza possibilità di spesa.
Decise, però, di non lasciare i turisti al loro destino, ma andò all’hotel per parlare con i proprietari.
Il mondo del turismo a Puerto in quei tempi era quasi come una famiglia e persone come Candido Garcia San Juan, proprietario di Tenerife Playa, o Angel Piñeiro, Hotel Orotava Garden, agirono in modo straordinario.
Molti turisti rimasero negli alberghi con pensione completa, perché stavano finendo i soldi e non c’erano sportelli bancomat.
Rimasero una settimana, finché non arrivò una flotta di sei aerei inglesi e li portò via in un colpo solo.
Helmut Holmstöm, proprietario di Hass Tours, il più grande tour operator finlandese tra il 1982 e il 1989, ricorda che nel 1988 ha dovuto affrontare il fallimento della compagnia charter spagnola Spantax, con la quale il suo tour operator effettuava un quarto dei viaggi.
Un danno che Helmut ha saputo limitare per non aver dato tutto in mano a un solo tour operator, una strategia sempre utile, soprattutto in casi come quello di Thomas Cook, da tempo noto per essere un’azienda in difficoltà.
Prima di Laker e Spantax fu l’agenzia Clarksons, con una compagnia aerea chiamata Court Line, a fallire nel Regno Unito nel 1974.
Poi c’è stata la società francese Intasan, che è fallita negli anni Novanta.
Secondo John Lucas una delle caratteristiche di questi tour operator è che sono troppo grandi.
Comprano alberghi e aerei, ma poi non riescono a sostenere la manutenzione che è molto costosa.
Helmut ritiene che il capitale necessario per avviare un tour operator non sia troppo alto se non ci si addentra in altre attività.
Il suo obiettivo infatti, è sempre stato quello di riempire gli aerei con viaggiatori che avevano comprato i pacchetti.
Sono fiducioso sul fatto che se c’è domanda, il mercato tornerà a funzionare normalmente dopo Natale.
I due imprenditori sono convinti che data la situazione di Thomas Cook, molte aziende hanno già risorse pronte per acquistare perché sanno esattamente quali aerei hanno, quali piloti hanno e come è il mercato.
John Lucas riflettendo sulla direzione che il turismo nelle Isole potrebbe prendere, propone a Binter di iniziare a noleggiare jet per poter offrire agli operatori turistici europei voli charter per le Isole Canarie.
Franco Leonardi