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    Chiediamo ai politici di dire se esiste la volontà di realizzare il complesso Punta de Abona

    Alessandro Cortesi, Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’impresa Playa de Arico S.A., è stato questo mese di gennaio a Tenerife per presentare alla società dell’isola il progetto di creazione del complesso turistico ecosostenibile e parco ambientale denominato “Punta de Abona” che si troverà in questa zona del comune di Arico se il Governo regionale concederà l’approvazione definitiva all’iniziativa.

    Una delle ragioni della visita di Cortesi a Tenerife è proprio chiedere ai politici di dire se esiste la volontà di realizzare questo progetto, che, secondo lui, rappresenterà un benchmark mondiale per il turismo dei prossimi trenta anni.

    Cos’è il progetto Punta de Abona?

    È un progetto per la costruzione di quattro hotel a cinque stelle e un parco ambientale nella zona di Punta de Abona.

    È rivoluzionario dal punto di vista del rispetto ecologico ed ambientale e dell’efficienza energetica. Negli anni ottanta e novanta, l’impresa Giacomini, casa madre di Playa de Arico S.A., voleva realizzare cinque hotel molto vicini al mare e un campo da golf, ma quest’opzione è stata completamente scartata.

    Ora si opta per un progetto all’avanguardia della sostenibilità, del rispetto ambientale e del turismo responsabile che recupera in modo sostenibile un territorio molto degradato come Punta de Abona.

    Cosa manca affinché il progetto si inizi ad eseguire?


    La nuova tappa del progetto, che era stato abbandonato per un periodo, è cominciata sette anni fa.

    Da allora abbiamo fatto tutti i passi necessari richiestici dalle amministrazioni per portare avanti il complesso, e, qui, abbiamo pagato quattro milioni di euro di tasse.

    Quello che vogliamo sapere è se questo progetto alla fine potrà proseguire, se l’autorizzazione da parte del Governo delle Isole Canarie arriverà in tempi brevi o se, per qualsivoglia motivo, l’isola non ha volontà di realizzarlo.

    Pertanto richiediamo ai politici e ai tecnici delle varie istituzioni di dirci se esiste tale volontà, e desideriamo che possano procedere in modo spedito.

    Vogliamo segnali forti che il progetto sia gradito e che non costituisca un problema per questo territorio.

    Personalmente confido che il progetto sarà approvato a corto termine.

    Come si raggiungerà l’obiettivo di creare un complesso turistico sostenibile?

    Gli hotel saranno edifici molto bassi, lontani dal mare, integrati nelle colline e non si vedranno dall’autostrada.

    Bisogna tenere presente che dei 1,7 milioni di metri quadri dello spazio che occuperà tutto il complesso, gli hotel rappresentano solo un 17% della superficie.

    Un milione di metri quadri saranno per il lungomare; e altri 400.000 metri quadri saranno uno spazio di rigenerazione ambientale.

    Sarà un complesso autosuficiente dal punto di vista del consumo di energia. Giacomini è leader nel trattamento dell’acqua e utilizzerà l’acqua del mare per riscaldamento e raffreddamento degli ambienti.

    Inoltre, i pavimenti, le pareti e i soffitti saranno attraversati da tubi con acqua marina che condizioneranno l’aria.

    I tetti saranno radianti e vi saranno pannelli solari e fotovoltaici sulle facciate ; inoltre, si otterrà energia eolica con l’uso di sistemi di canali.

    Infine, le acque nere e grigie saranno depurate per l’irrigazione.

    In conclusione, Punta de Abona sarà il primo complesso alberghiero del mondo con qualificazione energetica Platinum, ovvero il massimo possibile.

    Che effetti avrà il complesso Punta de Abona sull’ambiente circostante?

    Lo migliorerà notevolmente.

    Ricordiamo che stiamo parlando di una delle zone più degradate dell’isola di Tenerife: Punta de Abona è stato un campo di esercitazioni militari, dove si faceva motocross, estrazione di aggregati; è stato deposito di spazzatura e rottami…

    Il progetto è inseparabile dal suo piano di rigenerazione ambientale, che prevede la creazione di un parco ambientale, un lungomare pubblico, un giardino botanico che sarà il primo nel sud dell’isola e un centro di osservazione della Pimelia canariensis, una specie endemica che, naturalmente, sarà davvero protetta, non come è attualmente, sottomessa a qualsiasi tipo di aggressione da parte dell’azione umana.

    Il piano di rigenerazione include, inoltre, passare dai 23 ettari attuali di tabaibal a cinquanta.

    Questo progetto avrà effetti positivi sull’economia locale?

    Riteniamo che la base fondamentale per conoscere la viabilità del progetto devono essere gli studi scientifici.

    Pertanto, abbiamo richiesto a professionisti local e a professori universitari, alcuni di loro della Univesidad de La Laguna, di realizzare le analisi necessarie sull’impatto economico, e le loro conclusioni indicano che si creeranno circa 1550 posti di lavoro diretti, più gli indiretti, e che dal primo anno a regime al decimo il PIL di Arico crescerà del 30% grazie al progetto.

    Proponiamo anche che i posti di lavoro diretti siano creati con programmi di formazione in ambito locale in collaborazione con istituzioni come Hoteles Escuela de Canarias (Hecansa), il che permetterà sostenere l’economia di Arico e dei comuni limitrofi.

    Un’altra delle linee di azione del progetto è che i prodotti che saranno consumati siano locali, seguendo il modello del chilometro zero.

    Vogliamo recuperare un importante investimento fatto negli anni passati, ma comprendiamo che ciò è possibile solo attraverso la creazione di valore per Arico e per tutta l’isola di Tenerife.

    dalla Redazione

     

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