Con le nuove limitazioni, i collegamenti tra le isole sono ridotti del 96% e i terminal degli aeroporti dell’Arcipelago sono progressivamente disabitati.
Da sabato 28 marzo, e fino a quando durerà lo stato di allarme decretato dalla pandemia di Covid-19, i collegamenti aerei tra le isole saranno limitati a soli dieci voli per direzione al giorno, invece dei 18 attualmente in vigore, con l’obiettivo di intensificare la lotta contro la diffusione del virus.
Lo ha annunciato il Governo delle Isole Canarie, dopo aver raggiunto un accordo sul provvedimento sia con il Ministero dei Trasporti, della Mobilità e dell’Agenda Urbana sia con i consigli comunali delle sette isole.
Queste limitazioni, che significano passare a 10 voli in partenza e 10 voli di ritorno, iniziati comporteranno una riduzione di quasi la metà dei voli disponibili finora, che ammontano a 18 voli giornalieri in partenza e 18 voli giornalieri di ritorno.
In dettaglio, ci sono tre collegamenti di andata e ritorno tra Gran Canaria e Tenerife Norte; due, Gran Canaria-Lanzarote; uno, Gran Canaria-Fuerteventura; uno, Tenerife Norte-Fuerteventura; due, Tenerife Norte-La Palma, e uno tra Tenerife Norte e El Hierro.
I collegamenti aerei da Tenerife Norte a La Gomera e Lanzarote, e da Gran Canaria a El Hierro e La Palma sono lasciati senza servizio di copertura per tutta la durata dello stato di allarme.
Inoltre, si sottolinea che gli aerei possono offrire solo la metà dei posti a sedere su ogni volo per garantire una corretta separazione tra i passeggeri.
Con le prime misure di restrizione attivate la settimana scorsa, la mobilità tra le isole è stata ridotta al 6% di quella che era una volta.
Inoltre, il numero di voli giornalieri è sceso da 398 a soli 36, con una riduzione del 90%.
Ciò significa che i terminal degli aeroporti delle isole cominciano ad avere un aspetto del tutto insolito, perché senza turisti e passeggeri sono deserti come se fossero abbandonati.
Bina Bianchini
