Una volta sospese le grandi e piccole feste di tutti i comuni, i pirotecnici, come La Candelaria a Güímar, perderanno più di 300.000 euro da aprile a ottobre, mentre chiedono ai municipi di poter fare i “fuochi” che si possono vedere senza dover uscire di casa.
Molti sono i settori economici di Tenerife che sono stati gravemente danneggiati dalla crisi del Covid-19, soprattutto quelli legati al turismo, alberghi, ristoranti, commercio, trasporti e, naturalmente, quelli legati alla cultura e al tempo libero.
La sospensione delle feste patronali dei quartieri, dei paesi e delle città di Tenerife sono state un grande buco nero per le aziende legate al tempo libero e alla musica, ma anche per un piccolo settore, ma essenziale in ogni celebrazione che sia degna, almeno quando arriva l’estate: fuochi d’artificio e petardi.
Senza i festeggiamenti – quasi tutte le città del Sud li hanno sospesi almeno fino a settembre o ottobre – non ci saranno feste e centinaia di musicisti delle nostre orchestre tradizionali rimarranno in piedi, ma il deposito di pazienza verrà svuotato anche dalle compagnie che allestiscono tendoni, tavoli e sedie, dalle compagnie sonore e in generale da tutti coloro che in qualche modo hanno i festival come principale fonte di ricchezza.
C’è rammarico che quest’anno siano già stati sospesi i fuochi organizzati per Fatima, El Puertito, San Pedro e El Socorro, a Güímar, quelli di Playa San Juan e Alcalá, a Guía de Isora, Los Cristianos o quelli di La Caleta de Interián, a Los Silos, quelli di Tejina e quelli della Bajada de la Virgen de Las Nieves, a La Palma.
Se si fermano i grandi pirotecnici dell’isola, come quello chiamato La Candelaria o quello riconosciuto dei Hermanos Toste, a Los Realejos, succede lo stesso con i grandi magazzini (Mil Petardos) o quelli piccoli dei petardi, come Pirotecnia El Carmen.
dalla Redazione