Questo piccolo limone dalle origini ignote è conosciuto col nome di “kaffir lime”.
Si utilizzano in genere le foglie, dalla caratteristica forma a 8 e dall’inconfondibile aroma erbaceo e pungente, in grado di conferire, come succede in Italia col basilico, una forte identità alle preparazioni culinarie.
Il frutto invece ha un succo estremamente agro e acido tanto da non poter essere utilizzato fresco, ma solo come ingrediente in aggiunta alle preparazioni che prevedono la cottura.
Invece la buccia verde, bitorzoluta è molto aromatica e tagliata finemente si usa per conferire freschezza i piatti di pesce.
Con il succo del kaffir si fanno bevande rinfrescanti ma è apprezzabile anche in zuppe di pollo, crostacei e verdure, anche se è oggetto di opinioni contrastanti a causa del suo gusto particolare, o si ama, o si odia.
Questo frutto è conosciuto anche col nome di Combava, nome europeo con cui si identifica il frutto del Citrus Hystrix, denominazione scientifica appartenente al genere caratterizzato dalla presenza cospicua di spine.
Anna Catalani