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    Storia e scienza delle piramidi canarie (3° parte)

    Nella prima e seconda parte di questo articolo abbiamo parlato della scoperta (o riscoperta) agli inizi degli anni ’90 delle cosiddette “piramidi di Güímar” e di come le ricerche sia documentali che archeologiche finora condotte con criterio e rigore scientifico indichino una antichità non anteriore alla metà del XIX secolo.

    Un “marcatore solstiziale”

            Sin dal primo momento però furono condotti anche studi da parte di tre ricercatori dell’Istituto di Astrofisica delle Canarie volti ad individuare possibili allineamenti astronomici. Questi studi suggerirono sin dall’inizio una relazione del complesso di Güímar con il solstizio d’estate e, in minor misura, con il solstizio d’inverno.

            Per la prima volta venne quindi formulata, come conseguenza di una indagine scientifica, una teoria sulla funzione di queste strutture che sarebbe quella di un “marcatore solstiziale”, capace cioè di determinare per mezzo di particolari allineamenti il giorno del solstizio. Queste conclusioni vennero pubblicate dai tre astrofisici (Juan Antonio Belmonte, Antonio Aparicio e Cesar Esteban) nel 1993 nel numero 18 della rivista specializzata “Archaeoastronomy”.

            Dodici anni dopo, nel 2005, due di loro (Aparicio ed Esteban) pubblicheranno un libro in cui, partendo da questo risultato, provano a fornire una risposta al perché strutture realizzate a metà del XIX nell’ambito del riassetto di una tenuta agricola presentino orientazioni astronomiche solstiziali. Il libro fu pubblicato dal “Centro de la Cultura Popular Canaria” con il titolo “Las Piramides de Güímar. Mito y realidad”. La risposta proposta dagli autori è che il proprietario della tenuta agricola all’epoca del riassetto che produsse la costruzione delle piramidi era un massone e volle quindi dotarle di un significato simbolico legato alle due date più importanti del calendario massonico: i solstizi d’estate e d’inverno.

    La critica all’ipotesi massonica

            L’ipotesi massonica ricevette comunque subito delle critiche. Nel 2007 infatti, solo due anni dopo la pubblicazione del libro di Aparicio ed Esteban, nel numero del 15 gennaio della rivista ufficiale di preistoria ed archeologia della Università de La Laguna, la Revista Tabona, apparve un articolo intitolato “Piramidi di Güímar, solstizi, massoneria ed Antico Egitto”.

            L’autore, Miguel Angel Molinero, professore di Egittologia dell’Università de La Laguna, sostiene che l’interesse della massoneria spagnola per l’Antico Egitto e la sua simbologia iniziò a svilupparsi solo a partire dagli anni ’70 del XIX secolo, quando cioè le strutture erano ormai già state costruite, e che in ogni caso le orientazioni delle piramidi egizie facevano riferimento ai punti cardinali e al cielo notturno e non ai solstizi.


            Solleva inoltre dubbi riguardo la reale esistenza di allineamenti astronomici che non siano semplicemente fortuiti, considerando insufficiente la precisione con la quale sono stati misurati e, soprattutto, osservando che la lunga parete associata con la principale orientazione solstiziale (quella con il solstizio d’estate) sarebbe stata edificata seguendo il bordo della colata lavica che attraversa la tenuta agricola.

    Immagine tratta dall’articolo di Miguel Angel Molinero in cui si evidenzia
    come la parete principale segua la linea della colata lavica

    Orientazioni solstiziali e “doppio tramonto”

            Secondo i ricercatori del IAC l’esistenza di un vincolo astronomico delle Piramidi di Güímar con il solstizio, e la scarsa probabilità che si tratti di un vincolo fortuito, si fondano su due elementi osservativi: le particolari orientazioni del complesso principale delle piramidi e il particolarissimo fenomeno di “doppio tramonto” del sole, osservabile esclusivamente nei giorni del solstizio estivo e solo da una zona ristretta ad un raggio di appena un centinaio di metri dalle piramidi.

            Il complesso principale delle piramidi è caratterizzato da due direzioni longitudinali. La principale, individuata dalla parete laterale, risulta orientata con un margine di errore di un grado verso il punto in cui tramonta il sole nel giorno del solstizio d’estate dietro le montagne della dorsale dell’isola. La seconda, individuata da pareti secondarie e da due scalinate che danno accesso ai terrazzamenti più alti, risulta orientata con lo stesso margine di errore verso il punto in cui sorge il sole nel giorno del solstizio di inverno sull’orizzonte dell’oceano. Orientazioni volute o puramente accidentali?

            In ogni caso non si tratta di banali orientazioni Est-Ovest, orientazioni che potrebbero venir riscontrate con frequenza statistica apprezzabile su qualsiasi campione di edifici della Valle di Güímar o di qualsiasi altra parte del mondo.

    Punto in cui tramonta il sole nel solstizio d’estate dietro le montagne della Caldera de Pedro Gil

            Come vedremo nella quarta ed ultima parte di questo articolo, il Sole sorge esattamente ad est e tramonta esattamente ad ovest solo in due giorni dell’anno: nel giorno dell’equinozio di primavera e in quello dell’equinozio d’autunno. In qualsiasi altro giorno i punti di alba e tramonto risulteranno spostati più a nord o più a sud. Ciò avviene a causa dell’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’orbita della Terra intorno al Sole.

            Il massimo spostamento rispetto all’asse est-ovest si verifica nel giorno del solstizio estivo e, in modo esattamente simmetrico, in quello del solstizio invernale. I quattro punti di alba e tramonto nei due solstizi individuano perciò un quadrilatero simmetrico rispetto al luogo di osservazione e ai punti cardinali.

    Quadrilatero solstiziale

            Guardando questo “quadrilatero solstiziale” si vede che, se non vi sono ostacoli visivi sull’orizzonte locale, l’alba del solstizio di inverno e il tramonto del solstizio di estate avvengono in due direzioni diametralmente opposte rispetto al punto di osservazione. L’angolo di cui questo asse si discosta dall’asse est-ovest dipende solo dalla latitudine del luogo e dal valore dell’inclinazione dell’asse terrestre. Nel caso delle piramidi di Güímar si tratta di un angolo di circa 28 gradi, oltre cinquanta volte il diametro apparente del Sole nel cielo. Non si tratta perciò di una banale e generica direzione est-ovest.

            Inoltre, come vedremo nel prossimo numero di LeggoTenerife, la presenza di montagne nella direzione del tramonto rompe questa simmetria, definendo due orientazioni leggermente diverse. Il fatto che le due orientazioni che caratterizzano il complesso principale delle piramidi coincidano con queste direzioni con un margine di errore di un grado, errore compatibile con un allineamento “ad occhio”, secondo i ricercatori dell’IAC rende estremamente improbabile che si tratti di allineamenti fortuiti.

            Infine il fenomeno del “doppio tramonto” del Sole, nel caso in cui la sua osservabilità quasi esclusiva dalla posizione delle piramidi non sia fortuita, fornisce un ulteriore elemento a favore di una costruzione non anteriore al XIX secolo.

    Gianni Mainella

     

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