Il collezionista.
L’uomo che collezionava sensazioni si fermò a osservare.
Pensava al suo hobby, ben diverso dal collezionare francobolli, monete, automobiline, Puffi.
Lui collezionava sensazioni che percepiva visitando un malato, seguendo un funerale, mentre chiudevano un negozio per fallimento o se licenziavano qualcuno; ma collezionava anche le sensazioni “positive” osservando un matrimonio, una festa di laurea, il turista davanti al perro che non aveva scoperto la sua marijuana, la conferma di un volo alle Canarie con un costo bassissimo.
Amava la poesia di Ungaretti “m’illumino d’immenso” ma non tanto per queste due parole, quanto per quelle che lo stesso poeta aveva tolto per la stesura definitiva della poesia.
Il testo originale, creato di getto, un mattino che passeggiava nel lungo mare ligure, era: “Con moto di sguardo, m’illumino d’immenso”.
Ecco il Collezionista di Sensazioni amava le parole tolte da Ungaretti che rappresentavano bene il suo hobby: “… con moto di sguardo avverto una sensazione”.
Pericolosamente, il cassetto mentale dove raccoglieva le sensazioni piacevoli era, già da qualche tempo, rimasto vuoto, mentre quello delle sensazioni angoscianti si riempiva velocemente di cose anche nuove, da punti di vista inaspettati: invidia, accidia, furbizia, truffa, sotterfugio, incoscienza, millanteria…
Insomma con “un moto di sguardo”, con la coda dell’occhio, il collezionista di sensazioni intravedeva sempre più nuvole nere che tuonavano e scaricavano scariche elettriche mortali.
Non che a lui importasse molto di questa differenza, raccoglieva sia taglienti schegge di selce, sia sassi arrotondati dolcemente dall’acqua; per lui il soggetto era il sasso.
Osservando noi il collezionista, direi che non ha un atteggiamento deplorevole; lui prende coscienza di tutte le sensazioni, positive o negative, e le considera alla stregua di una raccolta di figurine da osservare per il piacere di riempire un album, che non è la sua anima, ma un oggetto esterno che non lo tocca.
Noi invece ci facciamo coinvolgere da un po’ tutti i sentimenti, anche quelli positivi che però alle volte ci fregano, mentre dovremmo, in certi tempi, in questi tempi, semplicemente osservare e rimanere distaccati, imperturbabili, giusto per salvarsi un po’.
Andrea Maino
Edvard Munch, L’Angoscia, 1894