Viene chiamato anche “pesca del deserto” perché cresce nel deserto australiano, ma della pesca ha solo la forma.
Il frutto è polposo e ha un gusto piacevole, un misto tra albicocca, pesca e rabarbaro.
Due cose curiose: i semi sono altamente infiammabili, perché contengono oli, e vengono usati come carburante dai locali; altra cosa è che la pianta è un parassita delle radici ed esige, per attecchire, di un altro albero che le popolazioni aborigene chiamano “albero fratello”.
Per decine di migliaia di anni il Quandong ha costituito una risorsa alimentare di base per le popolazioni aborigene dell’Australia centrale.
Non si spreca nulla; i valori nutrizionali sono eccellenti, il contenuto di vitamina C è il doppio di quello di un’arancia.
I frutti avvizziti raccolti sotto l’albero rinvengono facilmente se messi a bagno in acqua.
Il raccolto in eccesso si può ridurre in poltiglia e trasformare in panetti da far essiccare per un successivo utilizzo. Anche il nocciolo, relativamente grande, è ricco di nutrienti: è costituito per il 25% da proteine e per il 70% da oli. Inoltre i semi, tritati e ridotti a una pasta si spalmano sul corpo per curare vari disturbi comuni e sono potenti paste antibatteriche e antinfiammatorie.
Anna Catalani