Il Teide festeggia 67 anni come Parco Nazionale: è lo spazio naturale protetto più visitato del paese
Venerdì 22 gennaio 2021 è stato il 67° anniversario della dichiarazione del Teide come Parco Nazionale in Spagna.
Lo spazio naturale protetto più emblematico delle Isole Canarie è una formazione vulcanica che si trova su un’antica e gigantesca depressione calderiforme formata da due semi-calderas, separate dalle Roques de García.
In realtà, il Teide e il Pico Viejo sono formati dall’accumulo di materiali vulcanici di eruzioni successive.
La Chahorra o Pico Viejo ha un cratere con un diametro di 800 m e un’altitudine di 3.100 m, e la cima del Teide è formata da un vecchio cratere, quello della Rambleta, di 850 m di diametro e 3.565 m di altezza, dal quale emerge il “Pilón de Azúcar”, un punto che culmina in un cratere di 80 m di diametro e 3.718 m di altezza.
Quest’ultimo mostra ancora un’attività residua sotto forma di fumarole e solfatare ad una temperatura di 85ºC.
Il Parco Nazionale del Teide si trova in un ambiente decisamente spettacolare, totalmente integrato in un paesaggio vulcanico, dove la luce del sole gioca magicamente con i diversi colori dei lapilli e delle lave.
All’ombra del Teide cresce un universo di piante e animali unico al mondo e i suoi paesaggi sono un vero tesoro geologico.
A Las Cañadas si trova la migliore testimonianza della storia dell’uomo a Tenerife, grazie alla grande ricchezza di siti archeologici.
Il Teide e Las Cañadas non solo avevano un significato spirituale per i Guanci, ma questa zona era anche una risorsa fondamentale per la sopravvivenza in certi periodi dell’anno.
In estate, questi pascoli d’alta montagna erano il luogo di una concentrazione di bestiame e di pastori provenienti da tutta l’isola.
I Guanci chiamavano il Teide “Echeyde”, che significava “dimora di Guayota, il Maligno”.
Secondo la tradizione, Guayota rapì il dio del sole Magec e lo portò con sé all’interno del Teide.
Poi, l’oscurità si impadronì dell’isola e i Guanches chiesero aiuto ad Achamán, il loro essere celeste supremo.
Il dio riuscì a sconfiggere il Maligno, a far uscire il Sole dalla prigionia e a tappare la bocca di Echeyde.
Dicono che il tappo che Achamán ha messo è il cosiddetto Pan de Azúcar, l’ultimo cono che corona il Teide.
Sembra che la leggenda guanche coincida nel tempo con quella che fu l’ultima grande eruzione sullo stesso picco del Teide.
Secondo Fernando de Colón nel suo libro “Historia del Almirante”, quando le caravelle passarono vicino a Tenerife il 24 agosto 1492, durante la loro sosta a La Gomera nel loro viaggio verso l’America, videro grandi bagliori uscire dalla montagna più alta di tutte le isole.
Nel 1798 ebbe luogo quella che fu l’ultima grande eruzione entro i limiti del Parco Nazionale, formando i cosiddetti Narices del Teide.
Durante tre mesi, 12 milioni di metri cubi di lava sono usciti da una crepa orientata in direzione nord-ovest-sud-ovest sulle pendici del Pico Viejo, noto anche come Montaña Chahorra.
Il primo naturalista a studiare la flora del Parco fu il tedesco Alexander von Humboldt, che passò l’inverno dal 1799 al 1800 nelle isole Canarie.
La prima descrizione valida della viola del Teide fu fatta da Feuillée nel 1724.
Durante gli anni ’50 del XX secolo fu lo svedese Sventenius a concentrarsi sulla vegetazione del Parco Nazionale.
Nel 1954 fu dichiarata per decreto la creazione del Parco Nazionale del Teide, con l’obiettivo di proteggere un paesaggio di impressionante bellezza che, insieme alle speciali particolarità geologiche e alle peculiarità della flora e della fauna che sostiene, lo rendono degno di questa dichiarazione.
Il 2 luglio 2007, il Parco Nazionale del Teide è stato incluso nella Lista del Patrimonio Mondiale come Bene Naturale, in seguito alla riunione della Convenzione del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO tenutasi a Christchurch, Nuova Zelanda.
Michele Zanin