La difficoltà di implementare l’immagazzinamento dell’acqua a El Hierro non ha impedito che l’isola abbia attualmente quattro serbatoi significativi.
Non è l’isola di El Hierro il territorio più adatto per eseguire una diga con l’obiettivo di catturare le acque superficiali, data la permeabilità dei suoi terreni vulcanici.
L’applicazione di soluzioni continentali a queste peculiarità geologiche delle Canarie ha debuttato in spettacoli falliti, come il deposito di “Tifirabe”, eseguito nel 1977 vicino a Valverde, a 775 metri, che ha frustrato le aspettative di avere uno stoccaggio agricolo di 15.000 m3 di capacità.
Questo è accaduto anche sull’isola di Tenerife a “el Saltadero”, destinato alla riserva strategica dell’aeroporto di Tenerife Sud.
Esperienze dolorose che sono servite a reinventare gli stoccaggi fornendo loro la geometria dei bacini e la tecnologia delle lamiere.
Un salto concettuale nell’ingegneria idraulica a cui El Hierro non è estraneo.
I pozzi della valle del Golfo sostenevano l’unica agricoltura irrigata dell’isola, mentre alcune gallerie facevano lo stesso con l’approvvigionamento della popolazione, il che richiedeva di risolvere l’enorme difficoltà della differenza di livello attraverso impulsi come quello messo in servizio nel 1978, dalla galleria di “Icota” (ai piedi della scogliera e del livello del mare) al monte El Pinar, che divenne la più alta elevazione (1.125 m di altitudine, in 4 fasi) di Spagna, permettendo la fornitura di acqua potabile alla maggior parte dei centri abitati del centro dell’isola e La Restinga.
Questo lavoro fu promosso dall’allora parroco di El Pinar, padre Antonio Hernández (dalla Fondazione Santa Rita) ed ebbe la collaborazione tecnica di Tomás Padrón.
Fu costruito dalla Mancomunidad Provincial de Cabildos (una confederazione dei governi di ogni isola) e progettato e diretto da Ingegneri di Strade, Canali e Porti.
Nel 1993 la Consejería dell’Agricoltura e dell’Alimentazione del Governo delle Isole Canarie iniziò la costruzione del bacino di “Valle El Golfo”(ad un livello di 210 m, con 13 metri di altezza dell’acqua e 120.000 m3 di capacità) che si configura come principale fonte d’irrigazione di circa 140 ettari di quella valle.
Nel 2005 il Ministero dell’Agricoltura ha costruito il bacino di “El Tesoro” (al livello 490 m, 8 metri di altezza dell’acqua e 44.000 m3 di capacità), che regola l’irrigazione dell’area “Echedo-Costa Norte”.
Ma i bacini possono avere altre funzioni, oltre alle funzioni di riserva d’acqua per l’irrigazione o l’approvvigionamento.
In particolare, sono elementi fondamentali nei cosiddetti sistemi idraulici reversibili, di cui c’è un magnifico esempio a El Hierro.
Un sistema idraulico reversibile, o centrale idraulica reversibile, è un insieme di due serbatoi o bacini, situati a diverse dimensioni topografiche, uniti insieme da due conduzioni (o una reversibile), più un impianto di pompaggio e un impianto di turbina situato nelle vicinanze del serbatoio a livello inferiore.
Il suo funzionamento è molto semplice.
Durante il giorno (ore di maggiore consumo energetico), l’acqua del serbatoio a livello superiore viene trasportata al livello più basso.
Poco prima di raggiungere il serbatoio inferiore, il flusso passa ad alta velocità attraverso l’impianto a turbina, generando energia elettrica che viene incorporata nella rete per il consumo.
Durante la notte (ore di consumo minimo e prezzo inferiore di kWh), l’acqua viene pompata dal serbatoio di livello inferiore a quello superiore per mantenerla piena al mattino e ripetere il ciclo.
La novità del Sistema Gorona del Viento è che è dotato anche di un parco eolico in grado di soddisfare la domanda dell’isola.
L’eccedenza di vento viene utilizzata nel pompaggio dal serbatoio inferiore al serbatoio superiore, dove si accumula l’acqua che è in grado di produrre il salto idraulico in tempi di scarsità di vento.
Un’eccezionale serbatoio naturale, situato nella caldera risultante da un cono vulcanico, ospitò il bacino superiore, con una capacità di 380.000 m3 e un’altezza dell’acqua di 14 m, limitata solo dall’esistenza di un importante strato di argille sul fondo.
Per localizzare il serbatoio inferiore c’era più difficoltà, essendo in grado di inserire l’infrastruttura di stoccaggio nel canale di un barranco dove sono stati raggiunti solo 150.000 m3 di di capacità.
La superficie dei vasi di entrambi i serbatoi è stata adeguatamente impermeabilizzante con geomembrana (PEAD 2 mm).
Prima dell’inizio dei lavori dei bacini idrici (maggio 2011), è stato concluso un accordo di collaborazione tra “Gorona del Viento” e “Balsas de Tenerife, BALTEN” in modo che questa società del Cabildo de Tenerife fornisse assistenza tecnica nella progettazione, costruzione e gestione dei bacini integrati nella centrale idro-eolica, beneficiando così della vasta esperienza (leader in Spagna) che BALTEN ha in questo settore.
Da quando, all’inizio degli anni ’80, nacque l’idea che l’isola del Meridiano avrebbe dovuto soddisfare il suo fabbisogno di energia elettrica con energie rinnovabili, fino all’inaugurazione della centrale idro-eolica di Gorona del Viento nel luglio 2014, ci sono state innumerevoli azioni diligenti da parte di amministrazioni, istituzioni e privati, con la stretta collaborazione tra i presidenti dei Consigli Insulari di El Hierro e Tenerife che sono state decisive, che hanno reso possibile questa realtà, posizionando El Hierro come un riferimento mondiale in realizzazioni di questo tipo.
Nelle altre isole occidentali, in particolare Tenerife, si considerano opzioni di sistemi reversibili che, come quello dell’isola di El Hierro, forniscono soluzioni ai problemi di generazione e stoccaggio dell’energia che abbiamo in questo momento.
Gli ingegneri di questa provincia sono molto orgogliosi di aver aiutato un’isola così piccola come El Hierro ad essere oggi così grande e sostenibile.
Daniel Vargas