Negli ultimi dieci anni sono quasi 85mila i cittadini veneti che hanno trasferito la propria residenza all’estero e, secondo i più recenti dati Aire (l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero), i cittadini italiani residenti all’estero sono circa 5,5 milioni, di cui 457mila veneti.
Una tendenza che si è intensificata negli ultimi anni e che è stata solo in parte bilanciata da un incremento dei rientri in patria.
Per comprendere meglio le caratteristiche di questo fenomeno, l’Osservatorio Veneti nel Mondo ha condotto specifici approfondimenti con il report di ricerca “Le recenti emigrazioni dei Veneti all’estero: comprendere il fenomeno guardando al futuro”, illustrato venerdì 16 aprile, in occasione di un webinar organizzato da Veneto Lavoro e dall’Unità Flussi Migratori della Regione del Veneto, che ha riscontrato interesse e partecipazione da parte di utenti da tutto il mondo, compresi Paesi quali Stati Uniti, Australia, Argentina, Brasile e Canada.
Nel corso del 2019 i veneti che si sono iscritti all’Aire sono stati oltre 15mila, con un aumento del 13% rispetto al 2018, mentre le cancellazioni anagrafiche rilevate dall’Istat sono state 18mila (+10%).
Si tratta prevalentemente di giovani con un livello di istruzione medio-alto, molti dei quali scelgono il Regno Unito, dove i veneti residenti risultano complessivamente circa 37mila.
I dati provvisori relativi al 2020 del nuovo report evidenziano che le misure adottate per contenere l’emergenza sanitaria, su tutte la limitazione dei movimenti e la chiusura dei confini nazionali, hanno determinato una prevedibile drastica riduzione dei trasferimenti all’estero, con l’unica eccezione del Regno Unito.
Già a partire dal 2019, infatti, la Brexit sembra aver messo in moto un processo di emersione dei connazionali da tempo presenti nel territorio britannico, che, proprio a causa delle possibili conseguenze della fuoriuscita del Paese dall’Unione Europea, hanno deciso di regolarizzare ufficialmente la propria presenza.
Il report si sofferma inoltre sulle motivazioni che sembrano spingere i giovani ad emigrare all’estero, che spesso risiedono nella ricerca di una realizzazione personale e lavorativa in un ambiente diverso da quello di origine, e sulle relazioni familiari, che il più delle volte alimentano tale scelta anziché ostacolarla, consentendo di mantenere e talvolta rafforzare il legame con la propria famiglia di origine.
Decisivo anche il ruolo delle imprese del territorio che, considerata la propria apertura agli scambi con l’estero e la creazione di stabilimenti, filiali e uffici commerciali in contesti esteri più o meno lontani, in alcuni casi favoriscono i processi di emigrazione, talvolta senza rientro, dei lavoratori.
(NoveColonneATG)