Una passeggiata pedonale di circa due chilometri per il divertimento dei cittadini.
Dotato dei migliori servizi e accesso diretto a una delle zone costiere di maggior valore nel patrimonio naturale delle Isole Canarie: le piscine di Punta del Hidalgo.
Il progetto, soprannominato Sendero Azul, sarà il più ambizioso e importante della città di La Laguna in questo mandato.
Il sindaco ha ricevuto all’inizio di aprile come “una delle migliori notizie” l’annuncio che Costas ha annullato, dopo 57 anni, la concessione al club privato Charco de la Arena e ha ordinato la sua demolizione.
Un ostacolo fondamentale allo sviluppo dell’idea.
L’uso pubblico della terra è una delle chiavi per renderlo una realtà e da qui è dove passa il futuro della costa di Aguere.
Dalla Cofradía de Pescadores, nella zona di Las Furnias, all’eremo di San Juanito.
Una strada che oggi è libera dai veicoli dopo la prima decisione presa dal Concistoro per iniziare il processo: sopprimere il parcheggio e il traffico stradale.
Uno degli aspetti negativi del percorso di La Punta è stato un campeggio a volte incontrollato.
Ma riconoscono anche dal Concistoro lagunero che bisogna permettere ai veicoli di parcheggiare da qualche parte nelle vicinanze.
Per fare questo si stanno studiando spazi, lotti in aziende agricole, per consentire il futuro parcheggio.
Il lungomare di Punta del Hidalgo si caratterizza per la sua peculiare origine vulcanica, l’intenso odore del mare e il continuo traffico di appassionati di pesca o sportivi.
In molte occasioni accompagnati dai loro animali domestici.
Ma è anche vero che camminano su una pavimentazione molto erosa, fatta di terra, e ci sono muri che già traballano accanto alle numerose serre.
Per diversi anni è stato un Sentiero Blu riconosciuto, una categoria che, come la Bandiera, viene assegnata e ritirata da un ente privato.
In particolare l’Associazione per l’educazione ambientale e il consumo (Adeac), lo dà agli itinerari e agli elementi paesaggistici che costeggiano strutture o spiagge con questo status.
Recuperare il suo senso più profondo dall’istituzione pubblica è l’obiettivo di questo progetto municipale.
Oltre ad essere ideale per passeggiare o fare sport, il sentiero permetterà di accedere alle pozze (charcos), fonte di vita e scenario, come tutto l’ambiente, di vecchie leggende guanches.
Inoltre, ci sono molte specie di uccelli che visitano questa parte della costa e le basse maree nascondono un mondo pieno di sorprese sotto forma di specie.
Tutta la costa di La Punta è caratterizzata dalla biodiversità della sua piattaforma vulcanica, che penetra nel mare fino a un chilometro.
Quando la marea va via, questa estesa piattaforma rocciosa scolpita dall’erosione del mare mostra numerose specie di animali – anemoni, ricci di mare, spugne, crostacei, molluschi, pesci… – come quelle particolari alghe brune che vi trovano un habitat ideale.
Sendero Azul, un paradiso da percorrere e sfruttare, che passa anche davanti al faro di La Punta, con la sua peculiare struttura architettonica e colore bianco, uno dei sette che illuminano la costa di Tenerife.
Gestito come gli altri dall’Autorità Portuale, si trova tra altri due più moderni, quello di Puerto de la Cruz, a sud-ovest, e quello di Anaga, a est.
La Punta, tempio del surf e dei surfisti.
Anche se, in linea di principio, la ristrutturazione prevista si rivolge soprattutto alla popolazione locale, il possibile viaggiatore straniero non viene dimenticato.
Il Charco de la Arena era, secondo i più vecchi del luogo, una delle migliori piscine naturali di Tenerife negli anni ’50 del secolo scorso.
La piscina formata dalle colate di lava era l’acqua più ampia e più calma di questa costa frastagliata e una delle più nere di sabbia.
L’idea è quella di riportare il Charco de la Arena al suo stato originale e proteggere la sua immensa ricchezza naturale.
Il governo locale propone anche di agire sul sentiero costiero per dotarlo di servizi per culminare in un parco marino.
Dai servizi igienici alle aree di picnic, passando per attrezzature sportive, passerelle di legno, aree di riposo o accesso diretto ai charcos.
In questo vogliono mettere cura perché solo allora il Charco de la Arena tornerà ad essere quello degli anni ’50, “fondo grande e sabbioso”.
Un simbolo che muove l’obiettivo di recuperare per il popolo ciò che è sempre stato suo e che non avrebbe mai dovuto cessare di essere: la costa, La Punta e tutta La Laguna.
Bina Bianchini