Questo mese sono stati resi pubblici i dati statistici relativi ai crimini avvenuti durante il 2020 in tutta la Spagna. Una cosa che risulta evidente fin da subito è che tra i primi dieci comuni con un tasso di criminalità elevato due siano localizzati nell’arcipelago (Adeje e San Bartolomé).
Analizzando i dati con più profondità risulta quanto meno sorprendente che in un anno dove le restrizioni COVID hanno mantenuto la popolazione residente in casa e controllata, in un anno segnato per la quasi completa assenza di turisti ugualmente i delitti abbiano avuto dei risultati così profondamente negativi.
Con queste premesse sembrerebbe che i delitti siano legati a tre fasce di persone molto concrete, turisti, residenti ed immigranti illegali.
Questo perché i residenti irregolari nonostante le restrizioni avevano libera circolazione non essendo con fissa dimora.
Gli omicidi sono diminuiti di una sola unità rispetto al 2019 e di solo tre per i casi di tentati omicidi.
Le aggressioni sessuali con penetrazione addirittura hanno registrato un aumento rispetto all’anno precedente così come i delitti di traffico di droga.
Altri delitti legati più strettamente alla circolazione di turisti e al flusso di persone in centri di divertimento per adulti evidentemente hanno avuto un marcato decremento, spiegabile logicamente con la chiusura dei locali e l’assenza di turisti.
Per questa ragione i furti con violenza, i borseggi, delitti contro la libertà sessuale eccetera vedono una discesa compresa tra il 20 e il 40%.
Anche i furti di veicoli e quelli nelle case evidentemente sono diminuiti grazie alla presenza costante ed obbligata delle persone che risiedono negli edifici e ai divieti di circolazione senza autorizzazione.
Alcune cose curiose si possono apprezzare quando si analizzano i dati per municipio, ad esempio i delitti di traffico di stupefacenti registrano un calo molto importante nei comuni di Arona, Adeje e Puerto de la Cruz però un aumento vertiginoso nel municipio di Granadilla, La Laguna e la Orotava.
Evidentemente senza turisti che consumassero i prodotti e con i locali chiusi in casa risulta evidente che gli spacciatori abbiano modificato l’attività creando una sorta di riparto a domicilio dei clienti.
Da tutto questo risulta abbastanza evidente la correlazione tra turismo e delitti direttamente legati al consumo di droghe e alcool nelle zone turistiche, come colluttazioni, spaccio e violenze sessuali, però evidenzia anche che alcuni delitti gravi sono comunque collegati con una popolazione di residenti irregolari che hanno continuato con le loro attività nonostante le restrizioni e questo dovrebbe essere oggetto di studio per i tecnici della sicurezza per cercare di diminuire questi valori.
I residenti legali invece hanno dimostrato essere più propensi a delitti legati alla droga e violenze familiari, delitti anche questi riprovevoli.
Però i sequestri sono raddoppiati così come i delitti di colluttazione e aggressioni sessuali lievi in comuni come Arona dove si sono concentrati gli sbarchi e le fughe di irregolari.