I giudici approvano la legge che richiede una maggiore sicurezza sulle spiagge.
Il TSJC respinge l’appello dei consigli locali e sostiene che il governo delle Canarie ha il potere di regolare le misure di salvataggio sulla costa.
L’Alta Corte di Giustizia delle Canarie (TSJC) ha respinto il ricorso dei consigli locali dell’isola contro il regolamento del governo autonomo sulla sicurezza delle spiagge e ha confermato le misure che obbligano i comuni ad avere determinati mezzi materiali e personale di salvataggio sulle loro coste, cosa che attualmente non viene rispettata nella maggior parte delle zone di balneazione marittima dell’arcipelago.
Una sentenza della Camera Amministrativa del TSJC, il 22 luglio, ha respinto il ricorso della Federazione dei Comuni delle Canarie (Fecam) contro il decreto del Ministero della Politica Territoriale e della Sicurezza del Governo delle Canarie, del 2018, che regola le misure per l’applicazione delle norme e delle istruzioni per la sicurezza delle persone e per il coordinamento delle emergenze ordinarie e della protezione civile sulle spiagge e altre zone di balneazione marittima della Comunità Autonoma delle Isole Canarie.
Questo decreto abroga un altro del 2003, sulle misure minime di sicurezza e protezione che devono essere rispettate sulle spiagge delle Canarie, un regolamento che è stato sospeso a tempo indeterminato dallo stesso esecutivo regionale, proprio “a causa dei problemi che la sua applicazione immediata ha causato alle finanze dei comuni canari, tra le altre ragioni”, si legge nella sentenza.
Il governo delle Canarie ha stabilito un regolamento nel 2003 e lo ha sospeso a causa di problemi nella sua attuazione.
Il Fecam ha chiesto al TSJC di annullare questo regolamento della Comunità Autonoma, adducendo quattro motivi. Il primo, secondo i consigli locali, è che il governo regionale non ha il potere di imporre ai comuni con una popolazione inferiore ai 20.000 abitanti la fornitura di servizi che non sono obbligati a fornire.
La seconda ragione è che si viola la riserva di legge formale nell’attribuzione di poteri ai comuni delle Canarie, e la terza ragione è che si violano le norme che regolano la delega di questi poteri.
Infine, la Fecam ritiene che siano stati violati i principi di stabilità, sostenibilità finanziaria ed efficienza del servizio o dell’attività.
In particolare, la federazione dei comuni ha osservato infrazioni agli articoli 3 (classificazione delle spiagge), 6 (preparazione e approvazione dei piani di sicurezza e di salvataggio), 8 (misure di sicurezza), 13 (servizio di salvataggio), 14 (squadra umana), 15 (orario di prestazione dei servizi e stagioni di afflusso) e 17 (misure di sicurezza nelle zone marittime).
I sindaci hanno anche chiesto l’annullamento delle prime disposizioni transitorie (pubblicazione del catalogo e termine per la registrazione dei piani di salvataggio) e delle seconde disposizioni transitorie (adeguatezza del bilancio e previsione di attuazione nel primo piano di sicurezza e salvataggio), così come i cinque allegati del nuovo regolamento.
È in questi allegati che sono incluse la maggior parte delle condizioni che i consigli locali non rispettano, o per mancanza di risorse finanziarie o per decisioni politiche.
Per quanto riguarda la mancanza di denaro per creare queste squadre di bagnini, la sentenza del TSJC afferma che “non solo non vengono imposti nuovi obblighi ai comuni delle Canarie, ma anche il decreto impugnato mostra una chiara preoccupazione per l’impatto che la prestazione del servizio, come aggiornato e dettagliato nei suoi articoli e allegati, può avere sulle casse comunali, e che questo dovrebbe essere, in ogni caso, il meno possibile”.
La Fecam ha chiesto l’annullamento del decreto a causa delle difficoltà economiche nella fornitura dei servizi.
Così, ricorda la sentenza, il decreto 116/2018 del governo autonomo “stabilisce che l’adattamento dei consigli locali ai Piani di Sicurezza e Salvataggio che essi stessi approvano sarà fatto progressivamente (in un periodo massimo di quattro anni), nell’ambito del rispetto dei principi di stabilità di bilancio e di sostenibilità finanziaria dell’amministrazione locale previsti dalla legge” e “una buona prova di quanto appena indicato è fornita dalle disposizioni di bilancio di cui alla rappresentanza e difesa della Pubblica Amministrazione della Comunità Autonoma delle Canarie, tutte volte a garantire, attraverso il Fondo di Finanziamento Municipale delle Canarie, che i Consigli Comunali delle Canarie possano adempiere ai loro obblighi di salvataggio marittimo e salvataggio sulle spiagge nelle zone balneari”.
La sentenza, il cui relatore è il magistrato Óscar Bosch e può essere impugnata dal Fecam in cassazione, si riferisce anche ad altre norme di sicurezza statali, costiere e della Comunità Autonoma che devono essere rispettate dai consigli locali sulla loro costa.
A sua volta, ricorda che la Legge del Turismo delle Canarie, in due dei suoi articoli, stabilisce “il diritto degli utenti turistici all’esistenza di un servizio di salvataggio e di segnalazione del pericolo del mare in qualsiasi momento, così come il correlativo obbligo dei comuni di implementare tali servizi, derivandone la determinazione in modo regolamentare”.
Le misure più controverse
Classificazione dell’uso
Il governo delle Canarie stabilisce i criteri per la classificazione delle spiagge e delle zone di balneazione marittima per uso proibito, pericoloso o libero.
Contempla cinque gamme: correnti e maree pericolose; frangenti e onde; inquinamento delle acque; pericoli per la fauna marina; e frane, smottamenti o qualsiasi altro rischio che potrebbe rappresentare un serio pericolo per la sicurezza o la vita delle persone.
Squadra di salvataggio
Per le spiagge più lunghe di 400 metri, la dimensione della squadra deve tener conto della settorizzazione secondo le zone di afflusso.
Per il livello moderato di protezione, il personale da assegnare alla squadra permanente di bagnini durante le ore di servizio deve essere: una persona responsabile della spiaggia o del turno; un bagnino in servizio presso ogni torre di guardia; un bagnino per le attività in acqua e la sorveglianza in acqua per l’assistenza sanitaria; e due bagnini per la barca di salvataggio, almeno uno dei quali è accreditato per operare la barca di salvataggio.
Bina Bianchini