L’IGN ha stimato la deformazione della crosta dell’isola a sei centimetri, con particolare affetto, secondo il GPS Involcan, sulla costa di Los Llanos e Montes de Luna (Mazo).
Lo sciame sismico che scuote la zona intorno al vulcano Cumbre Vieja da sabato scorso continua ad essere attivo.
Infatti, secondo l’opinione di David Calvo, responsabile della divulgazione dell’Istituto Vulcanologico delle Canarie (Involcan), gli oltre 920 terremoti registrati negli ultimi giorni nella zona indicano che ci troviamo di fronte a un “processo molto energico” che, si spera, continuerà ad evolversi.
In questo senso, l’esperto indica che il fatto che ci sia stata una deformazione della crosta dell’isola di sei centimetri – quadruplicata in 24 ore – indica che “stiamo ancora facendo passi verso una potenziale eruzione”, anche se non è possibile calcolare quando questa avverrà: potrebbero essere settimane, mesi o addirittura anni.
Prima di tutto, bisogna tener conto della bassa profondità a cui si verificano le scosse. Secondo le informazioni raccolte dall’Istituto Geografico Nazionale (IGN), solo ieri sono stati registrati 20 terremoti tra 1 e 3 chilometri dalla superficie, molti dei quali sentiti dalla popolazione in diversi comuni, ma soprattutto nei quattro che rimangono in allerta: Los Llanos de Aridane, El Paso, Fuencaliente e Mazo, con Tazacorte che si unisce indirettamente.
A parte questo, nel quartiere Aridane di El Remo ci sono state cadute di pietre dalla cima di una collina, che, riconosce Calvo, “devono essere una conseguenza diretta dei terremoti”. “È comune. Nel 2011 ne abbiamo visti molti su El Hierro”, ha detto.
Interrogato sulla cifra a partire dalla quale si può considerare che la deformazione del terreno è un sintomo di un’eruzione imminente, spiega che “non esiste un valore certo”, perché in alcuni luoghi i vulcani sono esplosi con pochi centimetri e in altri questa variazione ha dovuto raggiungere diversi metri.
Il precedente Herreño indica una gamma di 12-15 centimetri, ma, trattandosi di una struttura vulcanica “diversa”, le soglie possono essere radicalmente diverse, come ha riconosciuto il capo della sorveglianza di Involcan, Luca D’Auria.
Ciò che è chiaro è che la “intrusione magmatica” attribuita all’attuale sciame della Cumbre Vieja non si estinguerà improvvisamente, ma piuttosto, nel caso in cui si disattivasse, lo farà “poco a poco”, man mano che “perde energia”.
La strumentazione dell’IGN e dell’Involcan viene utilizzata per osservare questo fenomeno. Il primo dispone di inclinometri che hanno permesso di misurare la deformazione della crosta terrestre, anche se non sono stati in grado di localizzarla con precisione.
Per questo compito sono utili le sette stazioni GPS che Involcan ha installato a La Palma e che hanno localizzato queste alterazioni sulla costa di Los Llanos de Aridane e nella zona dei Montes de Luna (Mazo), coincidendo con le prime conclusioni, che indicavano il versante occidentale come la zona dove si stanno verificando più movimenti di magma.
Questi due tipi di dispositivi saranno raggiunti nelle prossime ore dal satellite Sentinel dell’Unione Europea.
Proprio martedì, su richiesta dell’Istituto geologico e minerario spagnolo (IGME), la delegazione del governo centrale delle Canarie ha chiesto l’attivazione del cosiddetto programma Copernicus dell’Unione europea.
Un piano che, sotto l’egida nel nostro paese del Centro Nazionale di Monitoraggio e Coordinamento delle Emergenze (CENEM) e utilizzando la tecnica dell’interferometria, permette di ottenere immagini aeree di un punto specifico del globo.
In questa occasione, per localizzare con maggiore precisione dove ci sono deformazioni e, quindi, dove si sta muovendo il magma, che sta “cercando una via d’uscita”, ha ricordato D’Auria, pur sottolineando che non si può escludere lo scenario che, a una certa profondità, si fermi.
D’altra parte, Involcan ha inviato una delegazione di esperti a Isla Bonita per lavorare sul campo ed estrarre dati in loco.
Inoltre, David Calvo afferma che “siamo in contatto con prestigiosi collaboratori internazionali” di istituzioni negli Stati Uniti, Giappone e Italia, tra molti altri paesi.
Il comitato scientifico previsto nel Pevolca (Plan de Protección Civil y Atención de Emergencias de Canarias por Riesgo Volcánico) ha deciso ieri che i quattro comuni che erano a semaforo giallo per il rischio di eruzione continueranno allo stesso livello, dato che lo scenario non è cambiato sufficientemente per prevedere un evento imminente.
Inoltre, il Cabildo di La Palma ha sviluppato nuovi materiali informativi per preparare la popolazione a una precipitazione virtuale di eventi. Lo ha dichiarato l’assessore alle emergenze e alla sicurezza dell’isola, Nieves Rosa Arroyo, che ha insistito sul coordinamento che è stato realizzato con i consigli locali e sul messaggio di calma ai residenti.