l consiglio di amministrazione del Círculo de Empresarios y Profesionales del Sur de Tenerife (CEST) esige che le amministrazioni pubbliche isolane, regionali e statali agiscano rapidamente e forniscano soluzioni al collasso marittimo e terrestre sofferto dal porto di Los Cristianos.
Ricordano che questo problema ostacola la modernizzazione e lo sviluppo di questa città turistica che “ha bisogno di investimenti urgenti per il suo recupero come zona turistica e residenziale”.
Il CEST spiega che il cattivo stato del porto di Los Cristianos è un problema urgente che viene denunciato da troppo tempo e richiede soluzioni immediate.
“Le carenze dell’infrastruttura portuale di Arona hanno un impatto diretto sulla realtà economica e sociale di tutta la regione meridionale”, spiega il presidente del Circolo, Roberto Ucelay.
“La riabilitazione e la riqualificazione di Los Cristianos è l’alternativa più appropriata a breve termine, poiché potrebbe essere realizzata rapidamente, secondo l’urgenza e la necessità esistente”, dice Ucelay, che esorta tutte le amministrazioni ad essere coinvolte in un piano globale di modernizzazione e recupero della città turistica.
“È essenziale realizzare la terza corsia dell’autostrada, l’interramento della strada Chayofita e il miglioramento dell’accesso al porto dalla TF 1, con un nuovo collegamento in entrambe le direzioni.
Questo progetto può essere messo in gara come una sezione separata del progetto della terza corsia, dato che non è stato ancora messo in gara”, aggiunge.
Il Consiglio di Amministrazione ritiene che l’esecuzione di questa strada “è fondamentale per la rimodellazione della mobilità all’interno di Los Cristianos, rendendo possibile la sua riqualificazione turistica e il miglioramento dell’accesso al Porto”, aspetti che il CEST considera fondamentali e strategici per un nucleo che riunisce popolazione locale e turistica e che è il centro amministrativo del Sud.
Il presidente del Circolo chiede di rimodellare il porto di Los Cristianos e di dotarlo di nuovi servizi nautici per attirare nuovi profili di visitatori.
“Un porto con un potenziale strategico, con una maggiore capacità e nuovi servizi nautici che attraggono un turismo di qualità potrebbe essere un grande motore per contribuire alla riconversione e modernizzazione della città turistica”, assicura.
Anche così, il Circolo insiste, tuttavia, che il progetto del porto di Fonsalía è “un’aspirazione irrinunciabile”. In questo senso, Roberto Ucelay sottolinea che anche se “l’orizzonte temporale di questa infrastruttura è, al momento, incerto”, non dobbiamo rinunciare ai nostri sforzi per renderla una realtà “data l’importanza che ha per il miglioramento della mobilità tra le isole e per il settore turistico, fornendo ai visitatori le strutture e i servizi che richiedono e che, attualmente, sono insufficienti, data la domanda internazionale”.
Il presidente del CEST dice che non capisce la controversia che è sorta su questa infrastruttura, che è così importante per la connettività dell’isola.
“In questi giorni, la sezione di Santa Cruz de Tenerife del Collegio degli Ingegneri Civili ha pubblicato uno studio che parla della necessità del porto di Fonsalía e introduce alcune proposte per la modifica del disegno che è stato considerato fino ad ora”, spiega Ucelay, che sottolinea che “dobbiamo essere aperti a studiare questi contributi, ma non possiamo lasciar morire un progetto chiave per lo sviluppo e il futuro della nostra isola, della provincia occidentale e di tutto l’arcipelago delle Canarie”.
Michele Zanin