Abbiamo un amico e ci capita di sentire che non ce la fa a trasformare un sogno in realtà, a mettere in pratica un cambiamento radicale, ma anche che magari siamo noi stessi che non riusciamo a cambiare.
Parlo di cambiamenti radicali come, ad esempio, andarsene dall’Italia dove viviamo verso un’isola per cominciare una nuova vita. Non è importante il motivo di questo desiderio, potrebbe essere per lo stress sociale di dove si vive, per il potere politico non accettabile, per motivi fiscali, o per il fallimento lavorativo o famigliare, o anche “semplicemente” per una follia di intenti. Non è questo il punto, ma come sviluppare il coraggio di cambiare.
Oggi stabiliamo se abbiamo la capacità di autoconvincerci che un certo trucco funziona: praticheremo una sorta di prestidigitazione psicologica fatta a noi stessi, una sorta di auto-ipnotismo per “armonizzare” l’ottenimento di un evento senza subire traumi e senza pensarci troppo.
Cominciamo col parlare della morte, o meglio quale effetto, principalmente, quest’azione provoca, in pratica l’abbandono di tutte le cose materiali con cui c’eravamo circondati sia per necessità sia per affetto; poi sappiamo che perdiamo tutti i beni, mobili e immobili, e l’unica consolazione che abbiamo è che probabilmente questi andranno ad alleggerire le fatiche dei figli. Un altro aspetto interessante è il turbamento per non vedere più le persone come il coniuge, i figli, gli amici, i colleghi, i compagni di calcetto, le amiche per il gossip durante il te.
È importante che fissiamo un concetto per proseguire: se moriamo NON POSSIAMO FARCI NIENTE!
Inutile piangere o disperarsi, la tranquillità di pensiero la raggiungiamo solo se ACCETTIAMO QUESTA CONSEGUENZA, questa conclusione sui fatti che inevitabilmente accadono con la morte.
Leonardo da Vinci scriveva: “O dormiente. O che cosa è sonno? Il sonno ha similitudine con la morte. O perché non fai adunque tale opra, che dopo la morte tu abbi similitudine di perfetto vivo, che vivendo farsi col sonno simile ai tristi morti?”
Or dunque io suggerisco di trasferirsi domani, come se si morisse stasera. Abbandonando i pensieri angoscianti di ciò che non possederemo più, verso un paradiso o un inferno ma senza orpelli che ci hanno appesantito nei nostri decenni. Troveremo le stesse cose nel nuovo mondo? Forse sì, ma le affronteremo con la purezza e l’ingenuità di un bambino e magari questa volta potrebbe andare meglio!
Andrea Maino
Il Pellegrino – René Magritte -1966