1984+38, … che URANIA è niente a confronto.
Un mese fa, al Telegiornale dicevano che un latitante italiano era stato scoperto tramite Google Maps in Spagna.
Si vedeva il fotogramma della strada con lui che passeggiava davanti ad un negozio di ortaggi in una via anonima in un remotissimo paese sconosciuto dell’Andalusia.
Mi sono allora chiesto se per caso Google Maps ha un contratto con le Polizie del mondo, cioè se queste forniscono le foto dei ricercati e Google Maps attua un “riconoscimento facciale” automatico, algoritmico, per poi segnalare qualche presunta somiglianza.
Così come mi sono chiesto come mai non abbiano ancora messo dei GPS nei chips delle tessere sanitarie, patenti, carte d’identità, Card Visa e via dicendo, insomma tutte quelle tessere che hanno un chip comunque identificativo della propria persona per sapere se in una certa ora questa era lì.
O forse l’hanno già fatto?
E anche mi chiedo come mai, se noi diciamo alla fidanzata “…ho bisogno di un maglione…”, alle volte arrivano messaggi da Zalando (e arrivano anche alla fidanzata); anche senza l’App Flexispy.
Così ho cominciato a coltivare l’esercizio di pensare ad un romanzo di fantascienza su questi termini (sarà poi Romanzo? O Fantascienza?).
Pensavo a tutto il popolo del mondo che, abbastanza inconsapevole sullo scopo di questi sistemi “fratelli”, li accettava comunque come utili, necessari, performanti, inserendoli nella propria vita (vita?) in una sorta di ego smisurato.
Accolti al pari del respiro e della defecazione.
Pensavo anche di (de)scrivere che non era un complotto di sistemi finanziali o poteri forti, ma una sorta di religione sviluppata da mentalità deboli, insipide, ordinarie, qualunquistiche, quasi robotiche, mentalità da termiti o da api o da “illuminati metafisici”.
Questa entità (fisica, metafisica, aliena, Simon Mago, o chissà) si adopera per plasmarci e inserirci in categorie, e organizzati attraverso relazioni che concorrono a definirci in un ambito della pornografia virtuale. In un ambiente virtuale gli utenti si comportano come persone: intessono relazioni, creano scambi, inventano odio o amore, ma come in un gioco già scritto.
Nel romanzo mi piacerebbe scrivere, nell’epilogo, che questi “alieni” si stroncano poi con un infarto, quando scoprono che a molti, molti di noi, non gliene frega niente di possedere cose, né beni immobili o mobili, né auto o conti in banca, né Bitcoin o cassette di sicurezza, né prepagate o cellulari multitasking.
Beh! Non potrà proprio esser così, ma se ci avviciniamo a una certa semplicità di vita, o meglio a considerare quanto ci circonda con il suo vero valore reale, allontaneremo dubbi e angosce, plagi subiti e sottomissioni. Diciamo che potremmo ridere sempre di tutto.
E poi pensavo, per qualche strana associazione di idee, a quello che diceva Clark Gable in “Via col Vento”: “sinceramente me ne infischio”.
Andrea Maino
Copertina URANIA 1954 – Mondadori