La Pitaya è un frutto con retrogusto aromatico, può essere gustato fresco assaggiandone la polpa con un cucchiaino dopo aver tagliato il frutto a metà, al naturale, ma anche con lime e zucchero.
Il sapore può essere paragonabile a quello del kiwi e della pera mischiati, o a quello del fico d’India.
Ideale come ingrediente per la preparazione di cocktail e frullati; in particolare, con la polpa, si prepara una gustosa bevanda chiamata “agua de pitaya”.
La polpa e i fiori possono anche essere consumati cotti, come se fosse una verdura da servire di contorno ai secondi.
Non bisogna spaventarsi se dopo aver gustato la pitaya rossa trovaste le feci e le urine colorate, questo è un fenomeno causato dal frutto del dragone, che scompare da sé in pochi giorni.
Dal punto di vista nutrizionale questo frutto si rivela molto interessante per la presenza di fosforo e calcio, e per l’elevata concentrazione di fibre dunque con proprietà lassative; inoltre favorisce un più rapido assorbimento dei grassi.
Il dragon fruit è molto ricco di vitamina C, che stimola la produzione di collagene, e vitamine del gruppo E.
Presenta inoltre un’elevata quantità di sostanze antiossidanti e licopene, utili per prevenire la formazione dei radicali liberi e per contrastare il rischio di patologie tumorali, ipertensione, diabete, reumatismi, infezioni a carico dell’apparato urinario e malattie cardiovascolari.
La pitaya è anche una buona fonte di probiotici, utili per mantenere la flora batterica dell’intestino viva e attiva.
Questo frutto infine ha un basso contenuto di colesterolo e una minima quota di grassi, è molto ricco di acidi grassi polinsaturi (gli stessi presenti anche nell’olio extravergine di oliva).
Si tratta di un frutto ipocalorico per cui si rivela un valido alleato per chi ha deciso di intraprendere una dieta.
Anna Catalani