Perché America e Asia, per risolvere le cose loro, non attraversano il Pacifico e usano l’Europa come terreno di scontro?
Per capire l’oggi è fondamentale avere la mente sgombra dalle sovrastrutture di un mondo diviso fra il Cremlino marxista e i discendenti di Abramo Lincoln.
In questa partita i giocatori sono differenti e bisogna guardarli senza il filtro delle ideologie del passato.
L’America che ci liberò dai nazisti non esiste più da tanto.
E la Russia del comunismo reale, quella della mia domestica Galina, che buttava il purè in polvere perché era cibo imperialista, anche.
Coloro che si sono appropriati del lessico, dei modi di vestire, di mangiare, di fare yoga, mettere i buddah in salotto, che istintivamente vediamo progressisti dalla mente aperta, sono il cuore del problema.
Sono i più beceri fra i conservatori, sono gli squali della finanza, i discepoli di Milton Friedman, gli azionisti maggioritari dell’industria bellica più fiorente del mondo: quella statunitense.
Sono i lupi travestiti da agnelli che hanno capito che dovevano cambiarsi il cappotto perché così li avremmo lasciati entrare.
L’America di oggi è quella che dava fuoco agli studenti di colore nelle università del sud, quella che ha assassinato i due fratelli Kennedy e mandato a gambe all’aria l’economia mondiale nel 2008 sacrificando i cittadini alla salvezza di un sistema bancario retto sulla frode.
E’ il paese singolare che produce più armi al mondo senza mai una guerra in casa sua.
Gentilmente, garantisce le armi per le guerre degli altri, sul cui esito si concede la libertà di avere voce in capitolo.
Di quando in quando, si porta avanti con il lavoro e stabilisce il risultato della guerra prima che scoppi.
La Russia di oggi, per contro, è molto diversa da quella di Boris Eltsin, in buona misura grazie alle porte che egli ha aperto, ma soprattutto, grazie alla ferrea volontà dei suoi successori di trasformarla in una economia moderna e di mercato.
Il passaggio dal partito unico alla modernità rischiava di consegnarla a bande rivali di mafiosi e violenti.
Non si blocca un processo così senza il pugno di ferro e, da accesa nemica di ogni tipo di dittatura e da critica severa dell’illusione comunista, reputo che il pugno di ferro usato per impedire lo sfascio di un paese grande come un continente sia deprecabile ma necessario.
Perché l’America dovrebbe volere la fine del regime di Putin e perché dovrebbe sacrificare l’Ucraina per innescare la miccia di un disastro a catena che distrugga l’economia europea e porti un cambio di regime in Russia?
Perché la proiezione di una Russia moderna, di mercato, sempre più occidentalizzata, è un’ombra che l’America non si può permettere.
Gli oligarchi russi sono lo specchio delle lobby americane, ma non hanno bisogno di esportare democrazia in mezzo mondo per nuotare nello champagne.
La Russia, come l’America, è autosuficiente in termini di materia prime e mano d’opera.
La Russia cerca da decenni di entrare a far parte del dialogo occidentale e, a differenza dell’America, che è sul limite dell’implosione a causa dei propri giganteschi errori, è un paese in piena espansione.
La Russia, prima di questo disastro ucraino era proiettata a diventare, in termini di potenza economica, l’America del 21° secolo.
La Russia aveva il mercato del gas europeo di cui l’America si è appena appropriata.
L’America ha finanziato il colpo di Stato del 2004 che ha portato nazisti dichiarati al governo in Ucraina.
Oggi richiede indietro il favore a un dittatore che inspiegabilmente passa da Presidente sulla stampa internazionale e ripropone – uguale uguale – lo scenario della crisi di Cuba degli anni di Kennedy.
Un’amicizia troppo stretta fra una superpotenza nucleare e un piccolo paese sotto il naso del suo avversario.
Ai tempi di Kennedy tutto il mondo era concorde che la Russia non potesse coltivare amicizie sulla soglia di casa degli americani.
Oggi, tutto il mondo dovrebbe essere concorde che gli americani non possono controllare l’Ucraina e la Nato non la può corteggiare.
Ma non è così.
In questo momento l’America fa pipì sull’ABC degli accordi di pace internazionale e obbliga la Russia a scegliere fra scomparire e opporsi.
Opponendosi, la Russia offre un assist impeccabile alla stampa amica degli Stati Uniti per farne il cattivo della favola, e incoronare da eroe chi vuol farla scomparire comunque.
Perché questo è il punto.
Una Russia moderna, di mercato, occidentalizzata, orientata al dialogo internazionale, è un commensale che gli Stati Uniti non si possono permettere.
L’ultimo sopravvissuto dei maschi senior Kennedy, una delle poche voci rimaste di un’America che ci piaceva tanto, sta girando il mondo facendo conferenze per spiegarlo.
Incredibilmente, nessun telegiornale e nessun giornale del mainstream da più spazio a una famiglia che ha scritto col sangue la storia di un occidente libero e democratico che, da un bel pezzo, non esiste più.
Claudia Maria Sini