Appartenente alla famiglia delle Liliacee, l’aglio è una pianta la cui origine si perde nella memoria del tempo.
Le testimonianze più antiche risalgono a 3000 anni a.C., nell’antico Egitto: bulbi di aglio perfettamente conservati sono stati ritrovati nella tomba di Tutankamon. Il testo medico di riferimento dell’epoca, il Papiro di Ebers, riportava l’uso dell’aglio per ascessi, malessere generale e contro insetti e parassiti.
Anche nell’antica Grecia l’aglio era associato all’aumento della forza e della resistenza alla fatica, tant’è che costituiva parte integrante dell’alimentazione dei militari, specie in battaglia.
Persino durante le Olimpiadi gli atleti mangiavano aglio prima delle competizioni… una sorta di “doping” ante litteram!
In India la medicina Ayurvedica faceva ampio uso dell’aglio già 2.000 anni fa come pianta guaritrice in diverse patologie, tra cui artrite, malattie cardiache, infezioni parassitarie, problemi digestivi, debolezza e affaticamento.
Nel Rinascimento l’attenzione crescente per le erbe medicinali in tutta Europa portò alla nascita degli orti botanici, dove l’aglio trovò una collocazione di prestigio.
In Italia divennero famosi quelli di Padova, Pisa e Bologna.
Una curiosità: si narra che Enrico IV di Francia (XVII sec) venne battezzato con acqua e aglio perché si credeva che in tal modo sarebbe stato protetto dagli spiriti maligni e dalle malattie.
Infine, in epoca moderna, lo storico Louis Pasteur, chimico e biologo francese del XIX sec, considerato il fondatore della moderna microbiologia, studiò le proprietà dell’aglio e ne dimostrò per la prima volta la funzione antisettica, testandone l’efficacia su colture batteriche di Salmonella ed Escherichia Coli.
Ci sono vari tipi di aglio:
Aglio bianco: è la varietà più comune e si caratterizza per il suo sapore molto deciso, infatti, è il più forte dal punto di vista aromatico.
A questa varietà di aglio appartengono anche due tipologie DOP, ovvero, l’aglio Polesano che ha un profumo più delicato e l’aglio di Voghiera che ha un aroma più dolce.
Aglio rosa: si caratterizza per il sapore più delicato ed infatti si presta maggiormente ad essere utilizzato a crudo.
Rispetto all’aglio bianco ha una minore conservabilità.
A questa varietà di aglio appartengono l’aglio Primaticcio e l’aglio Vessalico, entrambe coltivate in Italia.
Aglio rosso: l’aglio rosso non solo si distingue per il suo colore, ma ha anche un sapore particolarmente intenso che tende al piccante, inoltre, rispetto all’aglio bianco e rosa ha un bulbo più piccolo.
A questa varietà appartengono molte tipologie di aglio coltivate in Italia, tra le più famose: l’aglio di Nubia che ha ricevuto il presidio Slow Food, l’aglio di Sulmona e l’aglio Maremmano.
Aglio nero: negli ultimi tempi inoltre, si sta diffondendo anche il cosiddetto aglio nero, proveniente dall’oriente, le cui caratteristiche nutrizionali differiscono leggermente dal normale aglio a cui siamo abituati.
L’aglio nero si ottiene dalla fermentazione e successiva ossidazione dei bulbi di aglio bianco, questo processo conferisce agli spicchi il tipico colore nero e la consistenza morbida.
Si caratterizza per il sapore delicato e per la buona digeribilità.
Non dimentichiamoci che l’aglio tiene a distanza i vampiri!!!
Bina Bianchini