Pericolo percepito -vs- pericolo reale
Si sente sempre parlare di temperatura (nell’ambiente) reale e temperatura percepita.
L’umidità potrebbe essere una delle cause che i 23° li avvertiamo come 26°, e anche l’asfalto provoca la sensazione di un caldo che il termometro non segna, e via dicendo.
Se ci soffermiamo un attimo, noteremo che molte altre cose vissute da noi sono “percepite” diversamente perché vari sono gli elementi che ne gonfiano o ne sgonfiano il concetto e il valore, soprattutto se ascoltiamo le indicazioni farlocche dei media.
L’aspetto di un avvenimento percepito o quello effettivo ci spingono a giudicare una cosa come banale quindi non pericolosa, oppure che è devastante quindi rischiosa.
Nello schema che vedete, ho postulato (ipotizzato) alcuni avvenimenti che viviamo ogni giorno: ad esempio prendere un aereo, per alcuni è percepito come terrorizzante, ma nella realtà è il vettore che causa meno morti rispetto a auto, moto, treni o navi.
L’analisi e la ricerca della realtà è molto importante per poter vivere bene e fare delle scelte esatte.
Nell’esempio dello schema ho indicato il Covid che, come sensazione vissuta nel modo e nel tempo, fa parte del nostro pensiero quotidiano in maniera abnorme, esagerata, quando in realtà, specie con minimi accorgimenti di sicurezza, dovrebbe occupare la nostra mente in maniera minima.
L’analisi della realtà la consiglio per tutte le pratiche della nostra vita, per tutti i casi che viviamo; in altre parole ci dobbiamo fermare e ragionare per non fallire o provocare danni peggiori a noi stessi o agli altri.
Leggevo, su un giornale italiano del 6 maggio di quest’anno, questo titolo: “Lo smart working? Alle Canarie è meglio; l’esodo degli italiani: sono oltre tremila i nostri connazionali che lavorano a distanza dalle isole spagnole” (ma ripeto… ricordatevi che dobbiamo sempre tenere presenze che le notizie che danno fanno più gli interessi di alcuni piuttosto che i nostri).
Domando: questa notizia la viviamo come possibilità percepita o reale?
In altre parole, sarà proprio così o ci vogliono far credere che sia facile?
Se ragioniamo con la nostra testa dobbiamo allora pensare a mille varianti, sia di economia reale che di modus vivendi, pensare agli affetti e alle illusioni in cui solitamente caschiamo, pensare al futuro del lavoro nel mondo, alla concorrenza che si svilupperà in quel campo, alla recente caduta della globalizzazione….ecc. ecc.
Diceva Robert M. Pirsig (lo scrittore di: “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”): “Noi prendiamo una manciata di sabbia dal panorama infinito delle percezioni e la chiamiamo mondo”.
Andrea Maino