Le compagnie aeree che operano in Europa hanno già cancellato negli ultimi giorni quasi 45 mila voli considerando appunto soltanto nelle tratte europee, questo a causa della carenza di personale sia di terra che di volo, ma anche per le società di sicurezza privata che operano all’interno degli aeroporti.
I numeri mostrano anche che l’Italia ovviamente non è esente dalle cancellazioni, la maggior parte di queste vengono annullate (cancellate) oltre due settimane prima della partenza.
In questo modo si scongiura per le compagnie aeree di pagare pure un rimborso per effetto del regolamento europeo sulla tutela dei passeggeri EU261.
I dipendenti della compagnia aerea low cost britannica EasyJet che hanno la propria sede di lavoro in alcuni aeroporti spagnoli hanno annunciato che sciopereranno per vari giorni a luglio a causa di questioni di retribuzione.
Gli scioperi inizieranno a partire dal 1 luglio, negli scali di Malaga, Palma e Barcellona, anche qui in “slot” da 72 ore.
Le date, confermate dalla stampa spagnola, sono quelle del 1-3 luglio, 15-17 luglio e 29-31 luglio.
Negli scorsi giorni, EasyJet aveva confermato la cancellazione di circa 11.000 voli (per problemi logistici, in diversi aeroporti spagnoli).
Per il momento le Isole Canarie sembrano “esenti” da queste complicanze, anche se gli scioperi in penisola iberica sicuramente avranno delle ripercussioni anche nelle isolette.
In Italia, stando ai dati della piattaforma Airline Data Inc, dall’11 al 29 giugno sono stati tolti dalle vendite poco meno di 9 mila voli di breve e medio raggio, di cui la maggior parte nazionali (oltre 4.500) per un totale di circa 1,4 milioni di posti circa.
Lufthansa — la compagnia aerea, non l’intero gruppo — ed Air France hanno cancellato ciascuna oltre 4.600 voli dal 1° luglio al 30 settembre di quest’anno sulle rotte dentro l’Europa.
Non è da meno easyJet, forse quella più colpita dalla carenza di personale, che ha eliminato poco meno di 5.400 voli — soprattutto negli aeroporti britannici e ad Amsterdam.
Seguono Finnair (-4.300) e Ryanair che opererà 2.800 decolli in meno, che ancora una volta ne esce migliore rispetto alla concorrenza.
Secondo gli addetti ai lavori interpellati dal Corriere della Sera mano a mano che si entra nel vivo dell’estate alcune criticità saranno risolte, ma altre no.
Ci si augura che le compagnie aeree, sia di linea che quelle low-cost riescano a sistemare la loro programmazione almeno per l’estate, visto che è il loro periodo migliore dell’anno.
Qualcuno del settore afferma che il peggio deve ancora venire in termini di cancellazioni e disagi, noi ci auguriamo che si sbaglino.
La fine delle restrizioni dovute alla pandemia, l’entusiasmo delle persone nel ripetersi muovere liberamente (almeno per l’Europa), i due anni e mezzo di non vacanze, hanno fatto sì che quest’estate in molti più del previsto abbiano deciso di prendere un volo per raggiungere mete estive.
Tutte le compagnie e le aziende che operano negli aeroporti (handling e catering) durante questi due anni hanno lasciato a casa almeno il 50% del loro personale, e non si immaginavano minimamente che in pochi mesi “il mondo” ricominciasse a muoversi così tanto.
Quindi poco personale in generale e tantissimi clienti da accontentare.
Le misure di sicurezza poi fanno la loro parte: nel Regno Unito, per esempio, ogni membro nuovo dello staff che gira in un aeroporto deve avere il nulla osta di sicurezza — che certifica che non è un soggetto pericolo —questo iter richiede 10-12 settimane di tempo.
Oppure come Easyjet ha dovuto eliminare alcune file di sedili nei suoi aeromobili per poter volare secondo regolamento con uno steward/hostess di meno.
Si cerca di far volare ogni aeromobile almeno per 2 o 3 tratte giornaliere, quindi alcune low-cost, come Ryanair e Wizzair, cercano di restringere sempre di più i tempi di sbarco/imbarco dei passeggeri, il che spesso diventa motivo di ritardi e di confusione.
Poi la carenza di personale di terra negli aeroporti fa sì che possano arrivare anche ritardi di rifornimenti sia di carburante che di catering a bordo, ritardi per lo scarico/carico dei bagagli, etc etc
Ovviamente se si potesse scegliere gli orari in cui volare, i migliori sarebbero quelli del mattino, dalle 8 alle 11, cioè il primo volo della giornata, in modo da non incappare in ritardi accumulati ma questo non si può fare.
In genere volando tra venerdì e domenica è più facile scontrarsi con più caos sia nell’aeroporto che nei voli e quindi più ritardi e servizi peggiori.
Stranamente un buon giorno per volare pare sia il giovedì! (Giovedì gnocchi lo faremo diventare giovedì volo)
Sperando che le Compagnie Aeree riescano in breve tempo a risolvere questi problemi di personale e conseguenti scioperi, che dire… incrociamo le dita e speriamo di non dover perdere giornate per arrivare alle nota meta vacanziera.
Buone vacanze a tutti!
Bina Bianchini