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    Quando il IPC (Indice de Precios de Consumo) diventa una realtà sul mercato

    I clienti e i negozianti del Mercato Centrale di Las Palmas stimano che il carrello della spesa sia aumentato tra il 30% e il 50%.

    “I prezzi aumentano, ma i salari no”.

    Questa è una delle frasi che si ripetono più spesso in una qualsiasi mattinata di shopping nel Mercato Centrale.

    Un aumento generalizzato che riguarda praticamente tutti i prodotti alimentari – frutta, verdura, carne, pesce, legumi, latticini… – e che anche i negozianti notano e subiscono.

    L’Osservatorio dei prezzi alimentari dell’Organizzazione dei consumatori e degli utenti (OCU) stima un aumento del 9,4% dall’inizio dell’anno ad aprile.

    Il documento collega questo aspetto direttamente alla crisi energetica – la crisi del petrolio – che ha comportato problemi economici per i vettori e, quindi, per la catena.

    A questo proposito, indica che l’aumento non è avvenuto gradualmente nel tempo, dato che i costi sono aumentati del 4,3% solo dall’8 marzo alla fine dello stesso mese.


    L’Istituto Nazionale di Statistica (INE), da parte sua, riporta nell’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) di maggio – l’ultimo pubblicato – l’aumento dell’11,0% del prezzo dei prodotti alimentari e delle bevande non alcoliche, che è nove decimi di punto percentuale in più rispetto al mese precedente.

    Secondo l’INE, si tratta del tasso più alto registrato dall’inizio di questa serie, che risale al gennaio 1994.

    Secondo l’IPC di maggio, i prodotti che sono aumentati di più sono i cereali, il pane, il latte, il formaggio, le uova e la carne, rispetto al 2021.

    Il costo dei legumi e degli ortaggi è invece diminuito, sebbene sia ancora più caro rispetto all’anno scorso.

    L’OCU sottolinea che questo aumento del prezzo del carrello della spesa peserà, come previsto, sulle tasche delle famiglie.

    In particolare, la famiglia media potrà spendere fino a 500 euro in più all’anno per rifornire la dispensa e il frigorifero. Ma come viene vissuta questa realtà nelle Isole Canarie?

    Una pensionata e cliente del Mercato Centrale confessa che “tutto è aumentato di molto”.

    Lo ha notato soprattutto negli oli, nelle uova, nel pesce, nelle verdure e nella frutta.

    “Ora spendo tra il 25% e il 30% in più nel carrello della spesa rispetto a prima.

    In altre parole, se prima spendevo 50 euro, ora ne spendo 75 o 80″, rivela.

    Ci assicura che non si è privata di alcuni prodotti, anche se guarda di più ai prezzi; gioca con il rapporto qualità-prezzo.

    Un altro schema che si ripete tra i clienti del Mercato Centrale è che non smettono di comprare, ma lo fanno in quantità minori, come riassume la pensionata: “Ora prendo la metà del formaggio che prendevo prima”.

    I clienti non hanno smesso di comprare, è solo che se prima prendevano un melone ogni 15 giorni, ora lo prendono ogni 30 giorni perché la situazione non è così rosea con l’aumento dei prezzi di elettricità e gas…

    Per quanto riguarda i prodotti dei fruttivendoli si sottolinea che la frutta proveniente dal continente, come arance, mele e meloni, è quella che ha subito i maggiori aumenti.

    Tuttavia, questo aumento si nota anche nei prodotti locali, come l’avocado (a 6,98 a 9 euro al chilo) e il pomodoro, che si aggira tra i 2 e i 3 euro al chilo.

    Immaginate quanto possa essere più costoso preparare un sugo di pomodoro fresco.

    Infatti, se occorrono due chili di prodotto per preparare una salsa di pomodoro naturale per sei persone, il costo è compreso tra i 4 e i 6 euro.

    Uno degli alimenti più economici per eccellenza sul mercato è il pollo, ma anche il suo prezzo è aumentato molto da marzo.

    Prima costava 3,48 euro al chilo e ora costa 5,50.

    Quelli che prima compravano un chilo di carne di pollo ora comprano mezzo petto.

    La verità è che i prodotti non stanno diventando più costosi solo per i consumatori, ma anche per i venditori.

    Il costo, settimana dopo settimana, praticamente negli ultimi quattro mesi, è aumentato, soprattutto nel caso della carne di annata, cioè della carne rossa.

    L’aumento è stato di “due euro lordi”, che si è riflesso sul prezzo finale pagato dal consumatore.

    Nel dettaglio l’aumento del prezzo di diversi prodotti a base di carne:

    Un mese fa, la coscia di maiale costava 3,95 euro e ora costa 4,50 euro.

    La pancetta è passata da 4,95 euro a 5,95 euro.

    Le costolette di maiale sono aumentate da 50 centesimi a un euro, a seconda del tipo.

    La bistecca di controfiletto all’inizio dell’anno costava 29,95 euro al chilo, oggi 40 euro.

    La cotoletta di manzo costava 10,95 euro, ora costa 14,95 euro.

    L’entrecote è passata da 14,95 euro a 16,95 euro.

    Dove l’aumento si riflette maggiormente è nella carne rossa.

    D’altra parte per le imprese, l’aumento dei prezzi dell’elettricità è stato “molto più” sfavorevole dell’aumento dei prezzi dei prodotti, in quanto dell’elettricità se ne ha bisogno per poter conservare in buone condizioni gli alimenti.

    Cosa succede con il pesce, i legumi e i prodotti lattiero-caseari?

    Il prezzo del pesce non è aumentato di molto.

    Il prezzo dei frutti di mare offerti è rimasto abbastanza stabile, e che ciò che è aumentato di più sono i cefalopodi – polpi e calamari.

    Il polpo, in particolare, è passato da circa 13,95 euro a 15,95, 16,95 o 18,95 euro, a seconda delle dimensioni.

    Un chilo di lenticchie e ceci, ad esempio, costa ora rispettivamente 5,40 e 6,90 euro, mentre un chilo di formaggio stagionato artigianale costa 24,30 euro.

    I negozianti si rammaricano di non avere la soluzione per fermare questo aumento dei prezzi, anche se concordano sulla necessità di adottare misure per alleviare le tasche dei cittadini, che sono alle corde, visti i vari aumenti in diversi settori, come l’elettricità, il carburante o i generi alimentari.

    Quello che si nota chiaramente è che tutto ciò che sale non scende. Non c’è una soluzione, ma si dovrebbero prendere delle misure…

    Nel frattempo pensiamola positivo: mangiamo un po’ di meno così dimagriremo un po’ di più, tutta salute!

    Bina Bianchini

     

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