La situazione convulsa prodotta sui mercati dalla posizione dei conservatori britannici di un massiccio taglio delle tasse “per stimolare l’economia” ha messo in allarme i mercati e creato un mini-crash sui mercati finanziari.
La possibilità di una recessione con l’attuale volatilità dell’economia mondiale è diventata una spada di Damocle per i britannici, poiché i mercati non credono alla fattibilità della misura e non considerano sostenibile il possibile livello di indebitamento.
In questo senso, la sterlina sta crollando e tutto fa pensare a un cambiamento della posizione iniziale o a un collasso economico del Regno Unito.
In questo senso, le Isole Canarie e lo Stato spagnolo “tremano” di fronte a uno dei maggiori clienti del turismo.
Un calo generalizzato del potere d’acquisto dei britannici potrebbe destabilizzare le riserve.
Mentre alcuni esperti affermano che la perdita di potere d’acquisto nei confronti del dollaro avvantaggia i mercati vicini, altri avvertono che la crisi potrebbe essere molto profonda e portare a una recessione che farebbe crollare la domanda turistica britannica.
Lunedì scorso il valore della sterlina è crollato rispetto al dollaro USA, raggiungendo il livello più basso dal 1971, dopo che il ministro delle Finanze britannico Kwasi Kwarteng ha lasciato intendere di non escludere ulteriori tagli fiscali oltre a quelli annunciati la scorsa settimana.
La valuta britannica ha perso il 2,09% rispetto al dollaro a 1,0568 dollari, l’1,54% rispetto all’euro a 1,0971 euro e l’1,82% rispetto allo yen a 152,0895 yen all’apertura del mercato di qualche giorno fa.
Tuttavia, all’apertura dei mercati asiatici, la sterlina era già scesa contro il dollaro di quasi il 5% a 1,0327 dollari, prima di recuperare successivamente un po’ di valore, facendo temere agli analisti che la valuta britannica possa addirittura raggiungere la parità con quella statunitense entro la fine dell’anno.
Venerdì scorso la sterlina era già crollata dopo che il governo di Liz Truss aveva annunciato un massiccio programma di tagli fiscali da 45 miliardi di sterline (50,8 miliardi di euro), il più grande che il governo britannico abbia mai intrapreso negli ultimi 50 anni.
All’epoca, la sterlina era scesa a un minimo mai visto dal 1985 dopo che Kwasi Kwarteng aveva rivelato che avrebbe tagliato la fascia massima dell’imposta sul reddito dal 45% al 40%, ridotto la fascia più bassa di un punto percentuale e aumentato l’imposta sulle società, tra le altre misure.
Sebbene il ministro si sia rifiutato di valutare la reazione dei mercati alla sua dichiarazione fiscale, ieri ha affermato che i tagli “favoriscono i cittadini in tutta la scala di reddito”, difendendosi da coloro che lo accusano di aver detto che il suo piano di riduzione delle tasse avvantaggia principalmente i ricchi, e ha accennato alla BBC che potrebbero esserci altre misure di questo tipo in cantiere.
NdR: e non dimentichiamoci che con la morte della “vera” Regina anche la monarchia non è più salda (nei prìncipi o princìpi) nella sua posizione avuta per 70 anni di regno di Elisabetta.
Bina Bianchini