La compagnia aerea irlandese low-cost Ryanair ha aperto la sua prima base a La Palma a marzo e offre diversi voli diretti a settimana verso tre città spagnole e Milano.
Gli affari vanno a gonfie vele anche per le compagnie turistiche che offrono escursioni giornaliere in traghetto da Tenerife, l’isola più grande e più visitata delle Canarie.
Si offre, da Tenerife, il tour di La Palma, della durata di 11 ore e del costo di 135 euro, tre giorni alla settimana, rispetto a uno solo prima dell’eruzione.
“La gente vuole avvicinarsi il più possibile al luogo dell’eruzione”.
La cenere e i fiumi di lava fuoriusciti dal vulcano hanno inghiottito più di 1.000 case, interrotto le strade e soffocato rigogliose piantagioni di banane e non solo.
In un recente giorno feriale, piccoli gruppi di turisti potevano essere visti scattare foto di escavatori che rimuovevano giganteschi pezzi di lava solidificata dal centro di La Laguna, una città dove la roccia fusa ha inghiottito una stazione di servizio e un supermercato.
Il governo ritiene che il turismo sia la chiave per la ripresa dell’economia dell’isola.
Ha speso molto per promuovere i viaggi a La Palma e ha regalato 20.000 voucher di viaggio del valore di 250 euro ai residenti in Spagna che possono essere utilizzati negli hotel e nei ristoranti dell’isola.
Per attirare più turisti, le autorità hanno inaugurato una nuova zip-line e un centro visitatori presso l’osservatorio astronomico Roque de los Muchachos.
Inoltre, sta contribuendo al ripristino delle infrastrutture turistiche.
Circa 3.000 degli 8.000 posti letto turistici di La Palma sono stati distrutti dall’eruzione o sono situati in aree che rimangono off limits a causa dei livelli pericolosi di gas vulcanici, soprattutto a Puerto Naos, sulla costa sud-occidentale.
Marta Simile
