La xilografia e la calcografia, procedimenti di stampa, furono introdotte nell’arcipelago delle Canarie nella seconda metà del XVII secolo, contemporaneamente alla tipografia e ai torchi.
Mentre le incisioni degli anni precedenti furono fatte in Europa sulla base dei racconti, a volte fantasiosi, di viaggiatori nelle isole.
L’arcipelago delle Canarie, fin dal XV secolo, era immerso nel fantastico immaginario europeo.
Le leggende tratte da frammenti di testi greci e latini e il legame tra la mitologia classica e le Isole Fortunate, furono terreno fertile per lo sviluppo dell’immaginario artistico, ma anche con una certa base di realtà.
El Pico de Tenerife, il Garoé: il Grande Albero Alchimista di El Hierro, i Guanci, il clima mite, ecc…, hanno contribuito a consolidare la visione dell’arcipelago con una moltitudine di stampe curiose richieste da un pubblico borghese sempre più colto e avido di esotismo.
Dopo la conquista delle isole e il loro ripopolamento da parte degli europei, l’interesse per le Isole Canarie si è consolidato e cominciano a venire alla luce varie cronache scritte da navigatori, avventurieri, naturalisti, intellettuali, studiosi, mercanti e viaggiatori.
Le loro osservazioni, di solito riflesse in testi letterari o scientifici, erano occasionalmente illustrate con immagini. Si possono trovare illustrazioni incorniciate delle case canarie del XVII° secolo, in particolare in quelle case che erano di proprietà di mercanti e proprietari terrieri, alternati alle onnipresenti effigi di stampe religiose.
Queste immagini, a volte erano strappate dai libri e talvolta colorate a mano e facevano parte anche della decorazione delle stanze nelle case in europa.
Una tavola ampiamente copiata e ripetuta per mezzo di repliche più o meno fedeli fino al XVIII secolo, è opera dell’incisore belga Teodoro de Bry (1528-1598): rappresenta un gruppo di Herreños preispanici che raccolgono l’acqua distillata dai Garoé.
Un’altra rappresenta una visione assurda del Teide dal mare, come un’enorme torre di basalto medievale.
Le grotte sepolcrali dei Guanci e le loro mummie costituiscono un altro dei motivi consueti in queste raccolte.
Gran parte dei disegni delle tavole che compongono queste serie illustrate non erano il risultato dell’osservazione diretta, ma la trascrizione stravagante di stampe antiche e fantasiose; ne esiste addirittura una che rappresenta il Colosso di Rodi nell’isola.
Nel 1774 vengono incise, da Cattoir, delle tavole con vedute dei giardini a La Orotava.
Le stampe, deliziose nella loro traccia ingenua di reminiscenza coloniale, furono disegnate speculate, poiché l’artista non teneva conto dell’inversione del disegno quando eseguiva le incisioni nel rame.
I giardini e la casa presentano il famoso albero del drago Franchy e la cosiddetta Palma de la Conquista.
Quattro didascalie in altrettante lingue: spagnolo, latino, francese e inglese, descrivono le particolarità della proprietà; rappresentano in pratica il primo esempio di pubblicità grafica nell’Arcipelago, cento anni prima della messa in circolazione delle cartoline di cartoleria.
Altri autori, su Historia natural de las Islas Canarias, come Jules Dumont D’Urville, Barker-Webb e Berthelot, nel XVIII sec. contribuirono alla divulgazione di un gran numero di vedute esotiche delle isole, offrendo immagini ad un’Europa romantica, ansiosa di paesaggi che riflettessero usanze misteriose e comportamenti lontani.
Andrea Maino
Liberamente tratto da : http://lopedeclavijo.blogspot.com