Un totale di 154 scienziati e tecnici hanno firmato un documento che è stato inviato ai presidenti delle Isole Canarie e al Cabildo di Tenerife, oltre che al sindaco di Adeje, in cui chiedono l’arresto definitivo della Cuna del Alma e il ripristino dell’area in cui sono stati eseguiti i lavori.
La petizione, secondo i promotori dell’iniziativa, è firmata esclusivamente da “persone qualificate” in uno dei settori legati al progetto: professionisti in Biologia (19%), Storia, Geografia e Archeologia (12%), Turismo (11%), Economia (10%), Educazione ambientale (9%), Antropologia (8%) e Diritto (5%).
Tra i firmatari ci sono ricercatori e docenti universitari, si aggiungono i dottori di ricerca di antropologia – con specializzazione in Patrimonio e Turismo.
Oltre all’arresto definitivo del progetto e al ripristino dell’area allo stato originale, chiedono la revisione del piano generale di Adeje per consentire la conservazione di “un’area con alti valori ambientali e patrimoniali”.
Tra le argomentazioni a sostegno di questa richiesta, sostengono che nel processo amministrativo del progetto “sono state omesse informazioni decisive” relative al patrimonio culturale e naturale dell’area.
Per questo motivo, i firmatari ritengono che le autorizzazioni debbano essere “riconsiderate” e che debbano essere effettuati nuovi studi ufficiali, “con maggiori garanzie rispetto ai precedenti”.
Sottolineano inoltre che l’area occupata da questo progetto turistico è “una delle ultime roccaforti costiere tradizionali del sud-ovest di Tenerife, ha un alto valore paesaggistico e la sua realizzazione avrebbe un impatto negativo anche sulle aree naturali protette adiacenti”, il Sito di interesse scientifico di La Caleta e la ZEC Franja Marítima Teno-Rasca (ZEC Teno-Rasca Maritime Strip).
L’iniziativa è stata lanciata il 20 ottobre per “la convinzione che sia possibile e auspicabile contribuire a un vero sviluppo sostenibile di Tenerife con progetti che non comportino il deterioramento del patrimonio dell’isola, e per sostenere iniziative a favore di una reale diversificazione dell’economia di Tenerife e delle Canarie e dell’indipendenza dal mondo esterno, in modo da evitare un aumento della ricettività turistica già sproporzionata rispetto alla superficie e alla popolazione dell’isola e alle sue risorse naturali”.
Il tutto, accompagnato da “una riflessione sul fatto che la necessaria certezza del diritto non si ottiene quando si commettono i gravi errori che si sono verificati nel processo di autorizzazione di questo progetto, ma si ottiene con il rigoroso rispetto delle procedure legali, senza trascurare questi errori”.
Dalla Redazione LT