Il rapporto Funcas conferma che il 20,1% degli abitanti dell’arcipelago è nato in un altro Paese, una percentuale inferiore solo a quella delle Baleari, di Madrid e della Catalogna.
Un residente su cinque nelle Isole Canarie è nato all’estero, secondo i dati elaborati dalla Fundación de las Cajas de Ahorros (Funcas), un’istituzione spagnola senza scopo di lucro di riconosciuto prestigio, che gestisce il lavoro sociale della Confederazione spagnola delle Casse di Risparmio e che ha redatto un rapporto nazionale in occasione della Giornata Internazionale dei Migranti.
Il numero di residenti di origine straniera in Spagna al 1° gennaio 2022 era di 7.506.870 persone, il 15,8% della popolazione totale, in pratica una persona su sei.
Inoltre, più della metà (56%) dei nati all’estero è arrivata nel Paese 10 o più anni fa.
Per tutti questi motivi, gran parte della popolazione immigrata residente in Spagna può essere considerata “consolidata”.
La percentuale di immigrati si avvicina ai due terzi a La Rioja (64%), Galizia (62%) e Murcia (62%), e raggiunge valori più elevati a Melilla (74%) e Ceuta (72%).
Funcas osserva che, nonostante le oscillazioni segnate dal ciclo economico e dalla pandemia, dal 2000 la Spagna ha ricevuto flussi migratori costanti.
Anche nell’anno di minore accoglienza degli immigrati (2013), il numero annuale di nuovi residenti nati all’estero non è sceso sotto le 300.000 unità.
Nel 2020, nonostante le restrizioni alla mobilità internazionale, quasi mezzo milione di persone di origine straniera ha stabilito una nuova residenza in Spagna, cifra che nel 2021 supererà le 600.000 unità.
In ogni caso, la presenza della popolazione immigrata in Spagna varia notevolmente da un territorio all’altro.
Le comunità con la più alta percentuale di nati all’estero sono le Isole Baleari (24,7%), Madrid (20,3%), la Catalogna (20,3%) e le già citate Isole Canarie (20,1%).
Secondo le stime delle Nazioni Unite, all’inizio di questo decennio la popolazione migrante mondiale ammontava a 281 milioni di persone, poco meno del 4% della popolazione mondiale, con differenze molto significative tra le regioni.
Per dare un’idea, nel 2001 vivevano nelle Isole 1.781.366 persone, di cui 107.930 straniere, mentre nel 2020 le Isole Canarie contano 2.175.952 persone, di cui 292.542 straniere.
Recentemente in 15 giorni, le Isole Canarie hanno ricevuto 384 immigrati che hanno raggiunto le loro coste a bordo di otto gommoni e patere, il che fa sì che il bilancio totale degli ingressi via mare a due settimane dalla fine dell’anno sia stato di 15.466 persone, il 24,9% in meno rispetto alle cifre del 2021 (5.137 in meno).
Dal 1° gennaio al 15 dicembre sono arrivate in Spagna 29.999 persone in modo irregolare, il 23% in meno rispetto allo stesso periodo del 2021, anche se continuano ad aumentare gli arrivi di immigrati che hanno saltato le recinzioni di confine delle città spagnole di Ceuta e Melilla (Nord Africa).
Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Interno, la maggior parte dei 29.999 migranti entrati irregolarmente in Spagna lo ha fatto via mare: 27.789 in 1.609 imbarcazioni, il 25,4% in meno rispetto al 2021.
Un calo che per la sesta quindicina consecutiva è stato registrato anche nelle Isole Canarie, le cui coste finora hanno visto arrivare 15.466 persone, il 24,9% in meno rispetto all’anno precedente, il che rappresenta il maggior calo di quest’anno negli arrivi nell’arcipelago, situato al largo della costa africana.
Ugo Marchiotto