Tra i tanti meriti di Alexander von Humboldt, nato nel 1769 e morto a 89 anni, quello di averci lasciato una frase che dice molto di lui, ma che può anche valere per molti di noi: “La morte è la fine di quella condizione di noia che chiamiamo vita”.
Va qui ricordato che Humboldt quando aveva trent’anni fece tappa per alcuni giorni a Tenerife prima di riprendere il suo viaggio verso il Sudamerica.
Perciò nella costa settentrionale dell’isola, a picco sulla vallata de La Orotava, dalla cui vista rimase estasiato, si trova appunto il Mirador di Humboldt, con una bella scultura in bronzo di Ana Lilia Martin.
La bravura dell’artista sta nell’aver colto il giovane uomo in una posa particolare, niente affatto statuaria, se si può dire così.
Spalle all’oceano, con un piede a terra e per metà seduto tra libri e carte sulla balaustra del belvedere, il suo volto accoglie visitatori e curiosi con una espressione assorta, come di chi già pensa al futuro, a quanto ancora vale la pena di scoprire.
Gabriele Zani