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    Per avere più canarini in casa bisogna registrarsi come allevatori

    canarinoLa presidente dei veterinari di Tenerife ammette di temere che la legge sui diritti degli animali, nonostante la consideri “ben intenzionata”, incoraggi “l’abbandono delle specie esotiche” e chiede che venga modificata.

    A quanto pare, la domanda senza risposta che tanti isolani si sono posti ieri riguardo all’approvazione della cosiddetta Legge sul Benessere degli Animali non era tale, perché la stessa presidente dell’Associazione Veterinaria di Santa Cruz de Tenerife, María Luisa Fernández, riconosce che il testo legale che ha già superato il primo passaggio al Congresso a maggioranza non dettaglia esattamente le liste aperte per le specie in cattività, cosa che ha un’influenza particolare sulle isole per quanto riguarda gli uccelli comuni alle Canarie come canarini, pappagalli e parrocchetti.

    Ci risulta che chi vuole avere più canarini in casa dovrà registrarsi come allevatore entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, o essere, almeno, legale”, dettaglia Fernández, “perché il loro allevamento dovrà essere controllato”.

    “Non posso risponderle per quanto riguarda le cocorite, perché semplicemente non lo sappiamo, né per quanto riguarda i pappagallini o i parrocchetti di Kramer, anche se sappiamo che si tratta di specie esotiche, per cui temiamo che questa legge ne incoraggi l’abbandono, ma non crediamo che questa sia la loro intenzione”.

    A questo proposito, fate attenzione alle iguane e agli animali simili, che andavano tanto di moda all’epoca.

    Fernández, che lo scorso ottobre ha parlato al Congresso dei preparativi per questa legge, ritiene che l’iniziativa sia “ben intenzionata”, ma che “ha seminato confusione, come, ad esempio, nei corsi per proprietari di cani [che chi già possiede cani dovrà completare in due anni e chi vuole farlo dovrà iniziare prima], che ancora non sappiamo chi li terrà.

    Si potrebbe supporre che i veterinari, ma non è nemmeno dettagliato, spiega la rappresentante degli specialisti di questa provincia.

    Un’altra informazione, per nulla banale, aggiunge Fernández, riguarda ciò che accade con l’eutanasia degli animali.


    “Capiamo che se ci sono trattamenti complessi come la dialisi, o anche che alle Canarie abbiamo ottimi specialisti in operazioni al cuore, sono fattibili, quindi non possiamo approvare il sacrificio.

    Ma cosa succede se l’individuo non può permetterselo o non può prendersi cura dell’animale durante il suo recupero?

    Secondo l’esperta, la legge in questione “ha molto cuore, ma ci sembra poco pratica”, ed è fiduciosa che verranno apportate delle modifiche.

    Dalle sue dichiarazioni non si evince che l’intenzione della presidente dell’Associazione Veterinaria di Santa Cruz de Tenerife, María Luisa Fernández, sia quella di fomentare inutili polemiche, ma il suo stupore non cessa di riguardare gli effetti dell’imminente entrata in vigore della cosiddetta Legge sul Benessere Animale.

    Tra l’altro perché, come spiega, “si attribuiscono importanti funzioni ai consigli comunali, come il controllo delle colonie di gatti selvatici, quando nelle principali città delle Canarie non hanno nemmeno un veterinario comunale”.

    Tuttavia, la normativa stabilisce che queste colonie “non sono compatibili in aree in cui competono con le specie endemiche, ma immaginate cosa succede in un Parco Nazionale [ce ne sono quattro nelle Isole Canarie, in particolare a Tenerife, La Palma, La Gomera e Lanzarote], dove dovrà essere realizzata una relazione sul loro impatto ambientale”.

    Non meno spaventoso, come conferma Fernandez, è il fatto che non sia stata allegata alcuna scheda finanziaria per l’attuazione delle nuove norme, con quello che si prevede sarà un inevitabile ritardo nel raggiungimento dell’efficacia desiderata.

    Franco Leonardi

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