La legge sull’edilizia abitativa non è ancora entrata in vigore e le agenzie immobiliari avvertono che c’è già una fuga di appartamenti da affittare
La Federazione Nazionale delle Associazioni Immobiliari (FAI) ha avvertito che le agenzie immobiliari che lavorano con i piccoli proprietari stanno già notando la fuga dei proprietari dall’affitto delle loro case abituali verso altre forme di affitto o acquisto, soprattutto nelle grandi città, prima ancora che la nuova Legge sulle Abitazioni entri ufficialmente in vigore.
In un comunicato, il presidente della FAI, José María Alfaro, si è rammaricato che la “fretta elettorale” abbia dato il via libera a una legge che, lungi dall’affrontare alla radice il grave problema che esiste in Spagna con l’affitto degli alloggi, lo aggraverà, poiché sta causando molta “incertezza” tra i proprietari.
“Finirà per essere controproducente e per colpire gli stessi inquilini, così come i piccoli proprietari, che sono quelli che immettono il 95% dell’offerta sul mercato”, ha detto Alfaro.
Mercoledì scorso, il Senato ha approvato definitivamente il progetto di legge sul diritto all’abitazione, il che significa che la legge è ora pronta a entrare in vigore, dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dello Stato (BOE).
Tuttavia, quest’ultimo passo non è ancora stato compiuto.
Si prevede che la legge venga pubblicata, ma non c’è ancora una data precisa.
I punti chiave della legge
1- Limiti ai prezzi degli affitti. Questi tetti esistevano già: sono entrati in vigore provvisoriamente nel marzo dello scorso anno per il rinnovo dei contratti di locazione, come parte del pacchetto di misure anticrisi messe in atto dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina. Questa legge rende permanenti questi tetti, ma con modifiche all’attuale limite del 2%. Per tutto quest’anno rimarrà al 2%, ma nel 2024 sarà del 3%. A partire dal 2025 sarà in vigore un nuovo indice, progettato dall’Istituto nazionale di statistica, che sostituirà definitivamente il riferimento che compariva nel rinnovo dei contratti di affitto, ovvero l’IPC. In questo modo, il Governo sta cercando di evitare che i rinnovi degli affitti dipendano da un indice che lo scorso anno ha mostrato una grande volatilità: ha chiuso il 2022 all’8,4%, il valore più alto degli ultimi decenni.
2- Aree in difficoltà. Si tratta di aree in cui i costi per l’acquisto o l’affitto di una casa sono molto elevati, per cui vengono stabilite misure eccezionali per controllare i prezzi. Ad esempio, in queste aree i massimali non si applicheranno solo al rinnovo dei contratti, ma anche ai nuovi accordi.
3- Grandi inquilini. Proprietari con dieci o più abitazioni, o con cinque se sono situate in aree sottoposte a stress. Si tratta di una designazione importante, poiché per i grandi locatori sono previsti requisiti maggiori rispetto ai piccoli locatori, come il fatto che i primi saranno obbligati ad avviare una procedura di intermediazione con l’inquilino per poterlo sfrattare, nel caso in cui sia vulnerabile.
4- Altre misure. Tra le altre misure introdotte dalla legge, vale la pena sottolineare la promozione dell’edilizia sociale e la modifica dei benefici fiscali per i proprietari.
La principale critica che il settore immobiliare ha mosso a questa legge è che ridurrà l’offerta di appartamenti disponibili per l’affitto, mettendo ancora più pressione sui prezzi.
In questo modo, la legge potrebbe avere l’effetto opposto a quello che si prefigge, ovvero limitare e controllare i prezzi per facilitare l’accesso a un appartamento in affitto.
Michele Zanin