L’anno scorso, ogni abitante delle isole ha separato 25,1 chili di contenitori di plastica, lattine e “brik”, oltre a carta e cartone, per far sì che i rifiuti diventino una risorsa, contribuendo così all’economia circolare.
Gli abitanti delle Canarie sono sempre più consapevoli della necessità di riciclare, contribuendo così a trasformare i rifiuti in risorse.
Dopo i baschi, sono i secondi riciclatori in Spagna, come ha dichiarato Carlota Cruz, responsabile di Ecoembes nelle Isole Canarie, durante la visita di ieri all’impianto che il Cabildo, attraverso l’azienda Sinpromi, ha dedicato agli imballaggi nel Complesso Ambientale, nel comune di Arico.
Il contributo all’economia circolare attraverso il riciclo degli imballaggi continua a prendere piede tra gli abitanti delle Canarie, con un numero sempre maggiore di imballaggi che vengono convertiti in nuove materie prime per creare altri prodotti a partire da essi, come tessuti, arredi urbani, tubi e nuovi imballaggi.
Nel 2022, infatti, 83.405 tonnellate di imballaggi domestici in plastica, metallo, plastica, carta e cartone sono state inviate alle strutture di riciclaggio delle Isole Canarie per essere riciclate e dare una nuova vita, il 4,9% in più rispetto all’anno precedente.
Questi dati, comunicati annualmente al Ministero della Transizione Ecologica, consolidano le cifre relative al totale degli imballaggi riciclati – industriali, commerciali e domestici – che la Spagna comunica all’Europa.
Per tipo di materiale, delle 83.405 tonnellate riciclate, 31.956 erano imballaggi in plastica, 38.665 in carta e cartone e 12.785 in metallo. Sul totale delle tonnellate di imballaggi riciclati, 50.409 tonnellate provengono dagli imballaggi che i cittadini hanno separato nei cassonetti gialli e blu per strada e nei cassonetti colorati installati in aree molto frequentate come parchi a tema, aeroporti, stadi di calcio, uffici, bar e ristoranti.
La quantità restante è stata recuperata dagli impianti della frazione residua dei rifiuti, dove arrivano tutte le tipologie di rifiuti indifferenziati.
Il coinvolgimento dei cittadini è infatti fondamentale per il processo di riciclaggio.
La separazione che i cittadini fanno nelle loro case e in altri spazi è il primo passo di un lungo processo industriale che termina in un impianto di riciclaggio, che è quello che converte i rifiuti in nuove materie prime.
Così, nel 2022, ogni canario ha separato 25,1 chili di imballaggi in plastica, lattine, brik, oltre a carta e cartone per rendere possibile il riciclaggio.
Questi dati sono in linea con gli obiettivi fissati dalla nuova legislazione nazionale e ambientale per migliorare la quantità e la qualità della separazione effettuata dai cittadini.
Per questo motivo, e nonostante l’abitudine di fare la raccolta differenziata sia ormai consolidata, l’obiettivo è che i canari la facciano ogni anno di più e meglio.
A tal fine, è fondamentale disporre di infrastrutture e servizi che facilitino questo compito, come i 12.548 cassonetti gialli e i 9.633 cassonetti blu presenti nelle strade, oltre ai 3.800 cassonetti colorati disponibili in altre aree; grazie al contributo dei canari, l’anno scorso 1.627.313 tonnellate di imballaggi sono state inviate agli impianti di riciclaggio a livello nazionale.
Nel 2022 è stato inoltre evidenziato che il 20% degli imballaggi in plastica immessi sul mercato a livello nazionale incorporava materiale riciclato, promuovendone così la circolarità.
Quest’anno, il 2023, segna 25 anni dall’arrivo della legge che ha dato impulso al riciclaggio degli imballaggi in Spagna, passando dalle 4.632 tonnellate del primo anno alle 83.405 tonnellate del 2022.
In questo quarto di secolo, è stato fatto un grande sforzo per migliorare le infrastrutture, come il numero di contenitori o di impianti di selezione – cinque nelle Isole Canarie -, nonché per sensibilizzare e insegnare alla popolazione cosa depositare in ogni contenitore, con sette cittadini delle Isole Canarie su dieci che ora dichiarano di separare i loro imballaggi su base giornaliera.
Tuttavia, Álvaro Otero, di Ecoembes, ha sottolineato che, nonostante questi progressi, ci sono ancora aree in cui è possibile migliorare per aumentare la collaborazione dei cittadini nella separazione degli imballaggi, in linea con i nuovi obiettivi fissati dalla legislazione nazionale ed europea.
Ad esempio, ci sono ancora cittadini che non separano gli imballaggi piccoli o metallici come lattine e aerosol nel bidone giallo, o che confondono questo bidone con quello della plastica e vi depositano giocattoli, sedie e persino tessuti, complicando il lavoro di selezione svolto dagli impianti di selezione, poiché questi sono predisposti a separare solo gli imballaggi.
Per questo motivo, anche in impianti come quello di Arico, è necessaria la presenza di personale per separare a mano i rifiuti che non corrispondono, dopo essere passati prima attraverso uno scanner, che da due anni ha alleggerito il processo, per separare tutto ciò che non è tetrabrik, alluminio o PET (Polietilene Tereftalato).
L’impianto di selezione e classificazione degli imballaggi leggeri, nel Complesso Ambientale di Arico, è una gestione commissionata a Sinpromi, dal Cabildo di Tenerife.
Il suo scopo principale è la selezione e il recupero dei rifiuti di imballaggio leggeri provenienti dalla raccolta differenziata di Tenerife, La Gomera e El Hierro.
Questo impianto è automatico ed è progettato per trattare 4 tn/h, il che significa una capacità di trattamento di oltre 10.000 tonnellate all’anno.
Recupera i seguenti materiali: PET, HDPE (naturale e colorato), film, plastica mista, brik, materiale ferroso e alluminio. Francis Galarza è il responsabile dell’impianto e vi lavorano circa trenta persone su doppi turni.
Ecoembes è l’organizzazione senza scopo di lucro che si occupa dell’ambiente attraverso il riciclaggio degli imballaggi leggeri in Spagna.
Si finanzia attraverso il pagamento del punto verde delle aziende di imballaggio e le aste dei rifiuti selezionati e compattati.
Ugo Marchiotto