Volete conoscere il mio professore di inchieste cioè Nero Wolfe?
Le avventure di Nero Wolfe sono state scritte da Rex Stout negli anni ’30 e narrate dal braccio destro dell’arcigno detective, Archie Goodwin.
Scrivo questa rubrica per pagare un debito con IL mio professore di inchieste NW, interpretato da Tino Buazzelli, considerato da molti, anche da me, il più grosso investigatore privato d’America.
Ho ripreso a vedere i suoi sceneggiati Rai, che grande attore, che sottile umorismo… strabiliante!
Pieni di battute esilaranti: “i morti non parlano”, ho riso ad alta voce diverse volte!
Qualcuno ha detto che gli sceneggiati sono teatro fatto bene e le fiction attuali sono film tv fatti bene.
Però questo teatro mi permette una cosa meravigliosa: imparare come funziona il metodo d’inchiesta del Nostro; cioè ha una funzione didascalica.
NW non lavora per spirito di giustizia come fa un poliziotto, bensì per lucro, come è evidente dai suoi esorbitanti onorari.
Quest’uomo contraddittorio può dire che ognuno sceglie una forma di banditismo nella vita e anche aggiungere, davanti a un eventuale cliente, che soltanto accetterà il suo incarico se la sua coscienza professionale lo costringe a farlo.
NW ha dei valori, così dice che un libro è un appuntamento con la verità e se la verità è tradita bruciamo il libro. Quindi incarica Fritz, interpretato da Pupo De Luca, di bruciare un certo libro, non è il primo né sarà l’ultimo.
Dopo vediamo Fritz portargli le ceneri del libro dentro due urne cinerarie accompagnato da musica di timpani! Seguendo i criteri del Nostro probabilmente dovremmo bruciare le reti sociali.
Quante bugie ci sono!
Nel miglior stile del professore Keating, del film L’attimo fuggente, anch’io ho avuto voglia di strappare qualche pagine dei libri di facoltà.
Accettato il caso, la seconda cosa che fa il Nostro è pensare al movente, infatti a lui, uomo di cultura, piacciono le sentenze in latino: cui prodest, cioè “il delitto l’ha commesso colui al quale esso giova”.
Definito il movente inizia un faticoso rompicapo per ottenere delle prove, a volte questo può sembrare quasi impossibile.
Ma se non ci sono delle prove?
Elementare Watson: NW le fabbrica!
Nella finale dello sceneggiato Rai Veleno in sartoria, tratto dal libro Case of the red box, crea un colpo di scena davanti agli eventuali colpevoli, facendo apparire una falsa scatola rossa, in sostituzione dell’originale appartenente alla vittima.
Dentro ci sono delle lettere scritte da un calligrafo falsario con il testo dettato dal Nostro.
Quest’ultimo ha pagato mille dollari per queste lettere, però ne ha ricevuti ventiduemila come parcella e… ha ottenuto la confessione!
Chiarimento innecessario, ma una cosa assolutamente diversa è creare delle prove per incastrare un tale.
Altre volte lui si vede costretto a dire delle bugie per incolpare un delinquente, non ha nessuna vergogna a usare le stesse menzogne dei criminali per strappare una confessione.
Dietro al suo viso da signore si nasconde un abile inquisitore che sa condurre i dialoghi con furbizia.
È un vero psicologo che conosce l’anima umana, sa quando essere deciso e minaccioso e quando mostrarsi gentile. Possiamo dire che è quasi un borderline, lo dico con ammirazione in quest’epoca del politicamente corretto e perbenismo dove a volte la legge è usata per proteggere i delinquenti.
NW abita insieme ad Archie e Fritz, i tre scapoli portano avanti una vita quasi di famiglia in un palazzo a New York, con scantinato, tre piani e attico con serra per le orchidee.
Che dire di Fritz?
È un maggiordomo-chef svizzero e raffinatissimo, lo vediamo camminare a testa alta e con spavalderia in casa Wolfe.
Gli piace usare il francese nei loro rapporti quotidiani dando del “Monsieur” al suo principale.
Quest’ultimo si mostra tenero soltanto per due cose: le sue amate orchidee e il cibo.
Come è bello vedere entrambi che parlano da appassionati di qualche piatto!
Per loro il cibo è cosa sublime, quindi il Nostro non parla mai di lavoro a tavola.
NW per il suo lavoro di detective è un artista come Picasso, anche Fritz non è uno chef, è un artista per le sue prelibatezze.
Tra il Nostro e Fritz esiste una relazione non perturbata, di rispetto reciproco, poiché ognuno sa il ruolo da compiere.
Non accade lo stesso tra NW e Archie, quest’ultimo ha un po’ di risentimento con il suo principale, dice che non è ammesso che lui abbia un cervello, ma che succede con qualsiasi principale.
NW gli nasconde molte cose, è un uomo ermetico e pensa che Archie sia soltanto il suo assistente, mentre lui è il genio.
Posso aggiungere che a volte Archie si mostra geloso di Saul, uno dei tre collaboratori avventizi del Nostro.
Da poliziotto in gamba sono riuscito a svelare il mistero del perché questo Archie non mi andava a genio: mi sono riconciliato con Paolo Ferrari, meglio dire che ho iniziato ad apprezzare il suo bel lavoro come Archie.
Come mai ?
Paolo Ferrari è bravo sì… ma Archie, come tutti noi, ha delle sue meschinità come quelle viste sopra.
Ci ho messo soltanto tre anni, meglio tardi che mai, per raggiungere questa rivelazione: Paolo Ferrari è l’Archie perfetto per il NW interpretato da Tino Buazzelli, mentre Pietro Sermonti è un Archie bellissimo per il NW di Francesco Pannofino.
Con questo va detto che mi piace anche il NW interpretato da Francesco Pannofino, ma è una cosa diversa: una commedia gialla leggera da godersi.
Certamente il NW di Francesco Pannofino una volta ha mostrato il suo lato umano mentre il NW di Buazzelli sa nasconderlo bene.
Sarebbe impensabile Nero Wolfe senza l’ineffabile Ispettore Cramer, il Capo della Squadra Omicidi, interpretato brillantemente da Renzo Palmer.
L’ispettore viene da NW a interrogarlo, con i suoi 150 kg NW non esce mai da casa sua, oppure soltanto per chiacchierare condividendo, quando questo sia possibile e parlo del furbo NW, delle informazioni su qualche caso in corso.
Lui tira fuori dal suo cappotto un sigaro, a volte non per fumare ma soltanto per giocarci.
Cramer ha un rapporto di ammirazione-odio con il Nostro.
Alla fine di Veleno in sartoria gli dice “Wolfe lei è un falsario, un bugiardo, commette un reato al minuto, mi dà dell’ottuso e dello schiocco, ma congratulazioni”.
Dopodiché gli stringe la mano e se ne va lasciando il Nostro che sorride con furbizia come il re dei bugiardi.
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