Volete conoscere il lavoro della Squadra Mobile del Commissario Salemi?
Avvertimento: Questa rubrica è basata sull’episodio Pollicino va in città del 1976, dello sceneggiato Qui Squadra Mobile-Cronache di Polizia Giudiziaria; è il primo della seconda stagione dove il Capo della Squadra Mobile di Roma, Guido Salemi, sostituisce il Commissario Carraro della prima stagione. Quest’ultima la troverete su Raiplay.Quando alla fine della presentazione davanti la sua squadra, Argento e Solmi chiedono a Salemi: “Se non ha bisogno di me e di me… “, il Nostro risponde: “Questo è un modo di parlare che non dovremo mai usare fra di noi. Io ho bisogno di voi, e il nostro lavoro ha bisogno della nostra collaborazione convinta e concreta… non è così?” Questa frase ci mostra già la sua spavalderia e il suo garbo. Prima della presentazione, in una conferenza stampa informale sulla cattura azzeccata della “Banda del Carnevale”, quelli che si mascheravano durante le rapine, Argento dice ai giornalisti che il merito è stato della squadra, dei vecchi e dei nuovi!Il Nostro sa guidare una squadra in gamba, com’è bella la parola squadra! Sebbene qualche “giornalista” chiama team working il lavoro collaborativo. Nel XXI secolo questa è un’abilità delle più ricercate e valorizzate in un colloquio di lavoro. Io mi arrabbio per questi ridicoli che usano parole in inglese quando esistono le stesse parole in italiano! Così la bellissima lingua di Dante è oltraggiata da questi snob. Ho bisogno di ricordarvi che dietro la lingua italiana c’è la nostra civiltà? La mediocrità odierna non ha più limiti, maledetta globalizzazione. Invece gli spagnoli hanno lottato molto affinché la lettera Ñ non fosse eliminata dalla tastiera dai fabbricanti dei computer. Olé! Quando c’è la prima riunione di lavoro, seguendo la tradizione dell’antico Commissario Carraro, assistiamo al migliore esempio di lavoro collaborativo che io abbia mai visto. Così quando il Nostro domanda chi è Gigi Er Monnezzaro, trovato morto nella sua baracca, i diversi membri della squadra contribuiscono alle informazioni. Salemi aggiunge che secondo il Medico Legale della Polizia Scientifica, Gigi è stato ucciso nel sonno, ubriaco ma non drogato, con tre colpi da una Colt 32 Detective Special, una decina di ore prima che il suo corpo fosse trovato.È esclusa la rapina perché hanno trovato un nascondiglio con 2 milioni di lire in banconote. La Colt 32 Detective Special è un’arma rara e costosa, caratteristica della mala vita internazionale, ma Gigi non ha partecipato all’attività di queste bande: se la sua vita di barbone fosse una copertura per nascondere delle attività di più sostanziosi guadagni, non sarebbe costretto ad aprofittare della sua amante costringendola ad affittare i suoi figli a mendicanti professionisti. Questo dialogo è da non perdere. Prima domanda del Nostro: Qual è stato il movente per ammazzare Gigi Er Monnezzaro? Solmi dice che aveva degli agganci con persone molto più pericolose. Salemi dice “esatto”: agganci voluti o provocati, occasionali o addirittura involontari? Solmi aggiunge che non è un caso squallido. Salemi concorda, dicendo che va seguito con il massimo impegno. Allora per incoraggiare i suoi subordinati a incaricarsi della divisione del lavoro dice: Beh, la divisione dei compiti è facile. Argento aggiunge che è importante stabilire se l’uccisione di Gigi ha suscitato particolare interesse nel mondo della malavita. Salemi dice il suo secondo “esatto” e sottolinea: e presso chi. Il Nostro dice che c’è un dettaglio che ha ritenuto di non fare pubblico: i cruscotti delle auto trovati nella baracca. Argento parla della mania collezionista del barbone che magari se li procurava dagli sfasciacarrozze, quindi una pista da seguire sono questi sfasciacarrozze. Per finire, Salemi dà con entusiamo il suo terzo “esatto” dicendo: È la terza volta che mi ripeto ma sento che siamo sintonizzati il che mi fa molto piacere. Mi sono entusiasmato perché il Commissario Salemi sa guidare la sua squadra: è un vero simpaticone che sa essere gentile e giusto. Nonostante tutto non molla quando deve punire il capo della Omicidi Solmi, infatti lui ha agito di propria iniziativa senza chiedergli autorizzazione, e questo lo porterà a una situazione pericolosa. In ogni relazione di dipendenza il capo è obbligato alla punizione per mantenere l’ordine. Quando è di fresca nomina ricompensa l’agente Giustino con una licenza premio, perché grazie al suo operato è stata evitata una brutta sparatoria. Questa sarà usata per andare al suo paesino a vedere la sua famiglia di contadini. Nella presentazione di Salemi vediamo come il Nostro si è informato, tramite l’ex Commissario Carraro, sui figli dei suoi subordinati e chiede loro di presentarglieli.Siccome si tratta di uno sceneggiato e non di una fiction, vista la violenza fisica attuale e la mancanza di valori umani, il tutto mi sembra come una favola. Non sono sicuro se questa violenza sia tanto reale in quantità oppure sia amplificata dalle reti sociali.C’è il lieto fine quando Solmi torna a casa, stanco e di cattivo umore, suo figlio Matteo vedendo i suoi polsi scorticati gli domanda cosa è successo. In una tenera scena di padre e figlio, gli racconta come si è salvato dal pericolo grazie all’intervento di Salemi e gli raccomanda di non fare mai il primo della classe, il tutto finisce con un forte abbraccio. Questo sceneggiato mi ha portato al cuore molte emozioni! Mi avete scoperto: per me è così importante la trama poliziesca come trovare queste tracce di umanità nei personaggi, e non so se quest’ultima cosa forse non sia la più importante.P.s. Siccome avevo degli scheletri nell’armadio, ho dovuto costituirmi nel Commissariato per confessare i miei crimini. Ho ammazzato gli sceneggiati, infatti: Qui Squadra Mobile sarà l’ultimo che pubblicherò, d’ora in poi: le mie rubriche saranno sulle fiction. Ci vediamo in settembre con l’Ispettore Coliandro!Potete seguirmi su: https://www.instagram.com/
Fernando Solmi, Capo Sez. Omicidi- Orazio Orlando
Leonello Astolfi, Capo Sez. Narcotici- Gino Lavagetto
Ugo Moraldi, Capo Sez. Buoncostume- Giulio Platone
Alberto Argento, Capo Sez. Rapine- Elio Zamuto
Marcello Mandò, Maresciallo della Sez. Omicidi- Marcello Mandò
Giustino Di Franco, Agente Sez. Rapine- Claudio Capone
Giovanna Nunziante, Ispettrice Polizia Femminile- Stefanella Giovanninilieto FINE