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    La Orotava vuole captare i turisti slow

    Foto di di Giovanna Lenti

    Il marchio slow è abbastanza conosciuto a noi italiani, sin da quando Carlo Petrini nel 1989 diede vita alla filosofia del mangiare lento contro la massa del fast food e da quando poi nel 1999 in Greve in Chianti si dà vita al progetto città slow, città del buon vivere.

    Sono passati più di vent’anni da allora e in questo tempo nei vari siti turistici alcuni vantavano il marchio della chiocciola a testimoniare la presenza nel sito dei valori slow.

    In quel luogo avrebbero trovato cibo alloggio panorama ed esperienze della filosofia slow: ecosostenibilità, tradizioni genuine autenticità, unicità e peculiarità.

    Il comune di La Orotava è l’unico delle Canarie nelle lista dei 12 paesi spagnoli slow che risponde ai criteri di città slow: alta qualità di vita tra residenti e turisti senza differenze (non è una maschera di presentazione per turisti mentre la gente del posto vive altre realtà, politiche ambientali ecosostenibili), promozione di prodotti agricoli di qualità salutari quanto più possibile a km zero, cura e protezione del patrimonio storico esposto e di quello naturalistico.

    La Orotava si estende per 207 kmq circa e ha una popolazione di 44.000 abitanti.

    Il centro storico, le sue spiagge, la cultura, le feste tradizionali, gli spettacoli ed in generale le attività di ozio che offre a residenti e turisti la rendono città slow.

    Che cosa vuole promuovere con queste giornate dedicate al turismo slow?

    Vuole che ci sia una presa di coscienza tra gli operatori turistici, che si capisca bene che le cose sono cambiate dagli anni d’oro del turismo di massa degli anni ’70 e che gli operatori diventino un poco di più coscienziosi senza timore perché il comune li supporterà.

    Alla presenza del responsabile slow dell’università di Girona, in collegamento skype e del turismo scientifico di La Laguna e un esperto in marketing si svolgerà la tre giorni “Orotava città slow”.


    Su 15 milioni di turisti che visitano Tenerife all’anno, dati degli studi sul turismo scientifico dell’università di La Laguna, che lasciano all’incirca 17 miliardi di euro con una spesa di 1.200 di media è inevitabile concentrarsi nel settore turistico secondo un approccio un po’ più moderno e attualizzato.

    L’incontro realizzato ieri nella sala consigliare del comune di La Orotava presentava appunto le opportunità, agli imprenditori locali, di affiliarsi al marchio slow. 

    Il turismo se negli anni passati era per un 90% diretto alla ricerca di spiaggia e sole oggi è sceso ad un 70%, il che significa che almeno un 20% cerca qualcos’altro a Tenerife, ed è tendenza a crescere.

    Si cerca qualcosa che non sia più unicamente sole spiaggia e palme. 

    Ma cosa deve essere questo altro?

    Può solo essere il parco nazionale del Teide?

    Evidentemente no.

    Foto di di Giovanna Lenti

    La Orotava punta quindi a captare i turisti nel suo perimetro, oltre al Teide, con il richiamo del turismo slow.

    Si avvarranno dei finanziamenti europei, i fondi next generation per adattare dove necessario le attività legate al turismo al raggiungimento dei 72 requisiti necessari per essere annessi nel mondo città slow.

    Il profilo del turista è cambiato e ieri si è insistito molto sulla figura del turista scientifico.

    Visitanti che hanno un interesse specifico verso la natura ed esperienze che solo Tenerife può dare, fermo restando che altri posti offrono altre esperienze.

    L’unicità è determinata dalla peculiarità non dall’unicità mondiale.

    Il turista scientifico è quello che si muove tra Patagonia e isole varie e che è alla ricerca di un’esperienza dove possa essere protagonista.

    Vivere il Teide, gli abissi e lo spazio.

    Foto di di Giovanna Lenti

    Vivere nella natura, scoprire le diverse specie animali e osservare il cielo notturno.

    Da qualche anno le imprese astroturistiche stanno coprendo l’esigenza del turismo scientifico in questo settore e varie sono le imprese di attività sottomarine.

    Fornire cultura al turista e una enogastronomia unica è l’altro obiettivo.

    Insomma tutti concetti che noi italiani conosciamo bene nel nostro territorio ma che stentiamo a trovare altrove. Ebbene le Canarie, Tenerife, e La Orotava sta recuperando il tempo perso sul turista contemporaneo.

    I relatori hanno evidenziato come la carenza di un’offerta poco differenziata è alla base di uno scontento generalizzato.

    Sicuramente le imprese del territorio potrebbero avere una presenza digitale più accessibile e hanno una qualità del servizio migliorabile.

    Gli imprenditori turistici locali sono stati messi davanti ai dati che comprovano come l’alta presenza di operatori turistici sull’isola è inversamente proporzionale alle valutazioni positive.

    Per questo mai decolla.

    Canaria rispetto ai suoi competitor sulla carta ha le chance migliori ma alla controprova delude.

    È leader per operatori, segno evidente che si intenta investire, si crede nel settore ma non domina le classifiche per positività ed esito nel settore turistico.

    Al momento le promesse di migliorare la rete turistica supportata dalla gestione città slow è quanto il comune di La Orotava garantisce con il suo piano triennale di strategia turistica.

    Un modello che in questi ultimi mesi del 2023 entra nella sua seconda fase di attuazione: il marchio slow da associare alle imprese.

    La città già lo ha ottenuto e lo espone.

    Giovanna Lenti

     

     

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