L’alternativa più valida del piano di mobilità di Tenerife privilegia le corsie preferenziali per gli autobus e relega i treni al secondo posto.
Il documento analizza 17 alternative che comprendono le infrastrutture di trasporto allo studio del Consiglio insulare e conclude che la più adatta è quella che propone fino a tre corsie esclusive per gli autobus, parcheggi park-and-ride e l’estensione del tranvia.
Il Piano di Mobilità Sostenibile dell’Isola di Tenerife (PIMSIT) fornisce così tante informazioni che è impossibile includerle tutte in un unico articolo giornalistico.
Preparato dalla società Tema Ingeniería su richiesta del Consiglio dell’isola, è attualmente esposto al pubblico, in attesa delle proposte o critiche che verranno presentate da istituzioni e gruppi.
Il documento contiene una valutazione di ben 17 alternative che propongono infrastrutture di trasporto che le amministrazioni dovranno studiare nei prossimi decenni “in un’ottica di sostenibilità”.
Si calcola che la più adatta sia quella che dà priorità alla realizzazione di tre corsie Bus-VAO, parcheggi park-and-ride, estensioni del tram e relega la costruzione di treni al secondo posto.
Gli autori del piano riconoscono che l’isola di Tenerife “ha accumulato un evidente ritardo nell’applicazione delle politiche a favore di un cambiamento della ripartizione modale verso i mezzi pubblici e non motorizzati”.
E che la situazione attuale mostra percentuali “davvero basse” per quanto riguarda l’uso del trasporto pubblico “nonostante l’ampia copertura che ha sull’isola”.
Il testo precisa che questa “distribuzione squilibrata” ha diverse cause, ma le principali sono la dispersione della popolazione, l’accessibilità del sistema stradale e la facilità del veicolo privato nella rete interurbana.
Tenerife (così come le Isole Canarie in generale) è stata progettata in modo che le auto potessero raggiungere praticamente qualsiasi punto del territorio.
E questo rende molto complessa la mobilità sostenibile che si vuole introdurre.
Il testo sottolinea poi che è “urgente” agire sull’impianto territoriale della popolazione, dell’occupazione e delle strutture per ridurre al minimo gli effetti associati al trasporto, soprattutto in considerazione dell’intenzione dell’arcipelago di decarbonizzare il territorio entro il 2040 e di raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030.
A seguito di questi scenari, gli esperti hanno configurato diverse proposte o alternative, costruite a partire da azioni simili nel campo delle infrastrutture, dei servizi, delle politiche generali di mobilità e della governance.
Tutte queste iniziative sono o erano attualmente sul tavolo delle amministrazioni.
Il piano chiede che siano accompagnate da “politiche di mobilità” come l’implementazione di zone a basse emissioni (LEZ), la promozione del telelavoro e persino misure fiscali per tassare l’uso dei veicoli privati.
La valutazione delle alternative è stata effettuata seguendo un’analisi multicriteriale, che confronta e seleziona le più adatte da tutti i punti di vista (economico, sociale, funzionale e ambientale).
Le proposte sono state esaminate considerando, tra l’altro, i corrispondenti costi di costruzione e di esercizio, la domanda ottenuta nelle simulazioni, il risparmio di tempo che rappresentano e gli impatti ambientali, come l’occupazione del suolo o le emissioni.
Ognuno di essi prevede azioni diverse, pur mantenendo un certo grado di omogeneità.
Alcune prevedono la costruzione di due o quattro treni, altre di uno solo; ci sono anche quelle che prevedono nuovi tram sull’isola o addirittura una funicolare.
Ebbene, dopo aver analizzato le 17 opzioni, quella più apprezzata dai firmatari del PIMSIT è la numero otto.
Si tratta dell’ottimizzazione e dell’esecuzione dei progetti stradali attualmente in fase di elaborazione, della circonvallazione dell’isola, dell’interramento della TF-1 ad Adeje, di un progetto di collegamento tra Las Chafiras e Oroteanda, della circonvallazione TF-5 a La Laguna, di una circonvallazione ad ovest dell’Area Metropolitana, tre corsie Bus-VAO, due da Santa Cruz de Tenerife a Los Realejos e Güímar, rispettivamente, e una da San Isidro a Los Cristianos, due estensioni della rete tranviaria, sia su L1 che su L2, e, infine, strutture di park and ride sulla TF-1, TF-5 e anche al di fuori dei corridoi dell’isola.
Questa alternativa costerebbe 1.492 milioni di euro, una delle più economiche in assoluto; aumenterebbe la velocità media di percorrenza dei veicoli privati sull’isola di 2,55 chilometri all’ora, in quanto si ridurrebbero gli ingorghi, il 75,9% della popolazione avrebbe a disposizione un sistema di trasporto pubblico a meno di 300 metri di distanza e ogni 30 minuti, l’impatto sugli spazi naturali protetti sarebbe praticamente nullo e non ci sarebbe nemmeno un impatto sui Siti di Interesse Culturale (BIC).
Nessuna delle prime cinque proposte include la proiezione del treno di Tenerife.
Per gli autori del PIMSIT, il treno a sud dell’isola (da Santa Cruz ad Adeje) non è una “priorità elevata” e dovrebbe essere preso in considerazione solo “una volta realizzati tutti i progetti stradali previsti in cui il trasporto ha una componente significativa in termini di corsie Bus-VAO nei corridoi principali di Tenerife, TF-1 e TF-5”.
Per quanto riguarda il treno del Nord, la conclusione è più concisa, poiché “l’approvazione finale” del progetto è ancora “rinviata”.
La metropolitana tra Güímar e La Orotava è “più che discutibile” e il treno Ovest per chiudere la ferrovia ad anello non ha nemmeno un budget.
Alberto Moroni