Abitazioni su terreni rurali: le Isole Canarie coltivano oggi solo un ettaro su tre ettari idonei, pari al 6% della superficie regionale
Del 16% dei terreni agricoli attualmente in uso nelle isole, tutti rurali, il 10% della regione (67.539 ettari) è inutilizzato o abbandonato ed è quindi un terreno potenziale per la costruzione di alloggi secondo la proposta avanzata dal governo regionale.
Il governo delle Canarie intende estendere a tutte le isole la possibilità di costruire su terreni rurali.
L’intensa diminuzione nelle Isole Canarie, negli ultimi decenni e per molte ragioni, della superficie con potenziale agricolo che non viene più coltivata sulle isole potrebbe rendere le cose molto facili per il direttore dell’Istituto Canario per l’Abitazione (ICAVI), Antonio Ortega, che ha annunciato martedì che il governo regionale intende estendere a tutto l’arcipelago la possibilità prevista per La Palma [decisa dall’impatto dell’eruzione vulcanica del settembre 2021 e quindi eccezionale] che si possano costruire case su terreni rurali, a determinate condizioni.
Se l’iniziativa legale, che sembra essere sul tavolo del governo del nazionalista Fernando Clavijo, andrà avanti, questo governo, sostenuto dal patto di CC, PP, AHI e ASG, deve già sapere che l’andamento generalmente negativo dell’agricoltura sulle isole, gran parte della quale si trova nelle zone centrali e tutta su terreni rurali, lo renderà in qualche modo più facile.
Potrebbe anche accadere, visto che i dati ufficiali forniti dall’Assessorato all’Agricoltura, all’Allevamento, alla Pesca e alla Sovranità Alimentare, diretto da Narvay Quintero, mostrano che la superficie del sistema agricolo delle Isole Canarie (la terra disponibile e con il potenziale per essere coltivata o utilizzata per l’allevamento) ammonta a 121.674 ettari, il 16,4% della superficie totale delle Isole Canarie, come dettagliato nella fonte Mappa delle colture nelle Isole Canarie (2019-2023).
Fin qui tutto bene, più o meno normale, ma di questo valore assoluto di terreno con potenziale uso agricolo (i 121.674 ettari), le Isole Canarie oggi coltivano, alla fine del 2023, solo 40.861 ettari (54.134 ettari se si includono i pascoli permanenti), che rappresentano il 36,9% di tutta la sua terra potenziale per la produzione alimentare; in altre parole, praticamente un terzo di quel record globale.
Le altre due parti (il 63,1% dei 121.674 ettari di uso agricolo utile sulle isole), soprattutto nelle zone centrali, sono inutilizzate; sono terreni incolti o spazi quasi sempre pieni di erbacce, proprio il territorio, il potenziale terreno rustico, che sarà alla portata dell’ICAVI dopo la proposta lanciata questo martedì dal suo direttore, Antonio Ortega, un’intenzione che non ha tardato a ricevere una risposta con aspre critiche sui social network.
Secondo i dati ufficiali forniti in occasione di questo evento agroalimentare, che sono essenzialmente quelli della fonte citata, la superficie coltivata sulle isole è attualmente solo il 6% della superficie totale dell’arcipelago, mentre la superficie incolta adatta alla coltivazione si attesta oggi al 10,2% (la somma di queste due variabili pone la soglia al 16,2%, ovvero i 121.674 ettari del sistema agricolo delle Canarie – 2023).
Del 6% della superficie coltivata, nella produzione agricola, la quota maggiore appartiene alle banane (la principale coltura di esportazione), con il 19,3% (7.886 ettari) della superficie totale coltivata (40.860 ettari), mentre il resto va agli alberi da frutto, con il 17,5% di questa superficie e con il predominio delle colture subtropicali, con 4.184,16 ettari e la supremazia dell’avocado, insieme agli agrumi, con 1.197 ettari.
I vigneti, con 6.280 ettari, quasi tutti di uva da vino, occupano il 14% della superficie coltivata nelle Isole Canarie, dove 5.907 ettari sono in serra e 28.579 in irrigazione, con il 70% del totale coltivato.
Il settore primario locale ha contribuito per 702 milioni di euro nel 2021 (722 nel 2020) al Prodotto Interno Lordo (PIL) delle Isole Canarie, secondo i dati anticipati dall’INE dei Conti Regionali della Spagna, che rappresentano solo l’1,6% del PIL delle Isole Canarie (1,9% nel 2020), che ha raggiunto i 42.656 milioni di euro nel 2021 (registrati ai prezzi di mercato, dati nominali).
Dal 2016, il reddito agricolo dell’isola inizia un lento periodo di ripresa che continua quasi fino ad oggi, con un contributo totale al PIL di oltre 700 milioni di euro tra il 2019 e il 2021.
All’interno del contributo agricolo totale, la produzione di ortaggi ha rappresentato l’83,7% nel 2021.
Il basso contributo del settore agro-alimentare delle isole al PIL delle Canarie, inferiore al 2%, si spiega in parte con l’evoluzione delle importazioni (con una crescente dipendenza dall’esterno e un’autosufficienza ancora molto bassa), che hanno seguito una tendenza all’aumento nel periodo 2000-2022 (+65, 8%), mentre le esportazioni dalle isole (banane, subtropicali, pesce fresco e congelato e poco altro, dopo il calo dei pomodori) hanno risposto in modo opposto, con una riduzione nel periodo di riferimento del 32,1% (con un minimo nel 2021).
Al contrario, la popolazione rurale delle Isole Canarie, nonostante il calo dell’attività agroforestale, è aumentata del 2,9% tra il 2019 e il 2022 e rappresenta già il 10% della popolazione totale delle isole.
Questa tendenza può essere spiegata dalla scarsità di alloggi a prezzi accessibili nelle città e nei nuclei con un’estrema funzione turistica, che contribuisce alla ricerca di nuclei dormitorio o di ritiro familiare in molti casi.
Franco Leonardi