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    Piscine naturali di Los Silos

    Foto di iBydaute

    La costa nord di Tenerife è selvaggia e rocciosa, a fronte delle spiagge di sabbia fine così comuni nel sud.

    L’isola è piena di contrasti, tanto che se ci si addentra nella parte occidentale dell’isola si trovano luoghi di innegabile fascino.

    Uno di questi è Isla Baja, dove troviamo una varietà di piscine naturali a Los Silos che meritano una visita.

    Per raggiungerle non è necessario fare grandi sforzi.

    Basta conoscere l’altro lato di Tenerife, quello più tranquillo e quello più selvaggio in parti uguali.

    Detto questo, la difficoltà di accesso è bassa, quindi queste piscine naturali di Los Silos sono adatte a tutta la famiglia.

    Tuttavia, fate attenzione al mare, perché è meglio non andare in queste piscine naturali quando il mare è mosso.


    Per comprendere il litorale che va dal comune di Garachico a Buenavista del Norte, è essenziale capire cos’è una Isla Baja e come si è formata.

    Inoltre, sfruttando i recenti episodi eruttivi di La Palma (zona di Cumbre Vieja – 2021), possiamo vedere come grandi colate laviche abbiano gradualmente guadagnando terreno sul mare, creando una nuova piattaforma costiera.

    Ma l’attuale Isla Baja non deve la sua formazione esclusivamente a un vulcano, bensì a un’altra serie di eruzioni vulcaniche provenienti da luoghi più elevati (dalle attuali scogliere) che hanno anch’esse contribuito a guadagnare il mare e a formare l’attuale terreno più o meno pianeggiante che si spinge nel mare.

    È molto facile trovare l’inizio del percorso che porta alle piscine naturali di Los Silos.

    È facile da raggiungere in auto se si trova la zona delle piscine di Los Silos.

    Molte roulotte, alcuni bar e un lungomare ci accolgono.

    Siamo di fronte all’Oceano Atlantico e ad alcuni dei tesori etnografici del nord-ovest di Tenerife.

    Un chiaro esempio è la Caseta del Telégrafo.

    Da qui, nel 1883, fu installato per la prima volta un cavo telegrafico sottomarino che collegava La Palma a Tenerife, diventando così il primo centro di telecomunicazioni delle Canarie.

    Questa è forse la meno selvaggia delle tre pozze, poiché la sua posizione, accanto alla piscina di Los Silos, è imbattibile per arrivarci, parcheggiare e fare un tuffo.

    La cosa curiosa di questa “pozza” è che appare con la bassa marea, mentre con l’alta marea sembra un’altra spiaggia.

    Forse il nome della pozza (Charco de la Araña) si riferisce a un piccolo granchio conosciuto come “granceola” (Percnon gibbesi) che viene utilizzato come esca da pesca e quando è grande è ottimo da mangiare.

    Questo granchio si rifugia sotto le grandi pietre o le fessure delle pozze esposte al mare ed è facile da osservare soprattutto al crepuscolo, quando si attiva per nutrirsi.

    Charco de los Chochos. Questa pozza è molto vicina alla precedente ed è facilmente individuabile perché a pochi metri di distanza c’è la scultura di un rorqual (una balena).

    La pozza di Chochos è adatta a tutta la famiglia e vi si accede seguendo una piccola scalinata.

    Attenzione se il mare è mosso, meglio non sfidare la sorte.

    Come curiosità, questa pozza prende il nome dai lupini (nelle Isole Canarie conosciuti come chochos) in quanto questo luogo era utilizzato dagli abitanti del villaggio per mettere a bagno i semi nell’acqua di mare al fine di eliminare il loro caratteristico sapore amaro.

    Charco de Don Gabino. Si accede a questa pozza a piedi, seguendo lo stesso sentiero sterrato che porta alla pozza di Los Chochos. Una volta trovata (ci sono dei cartelli), basta scendere le scale, gettare l’asciugamano e tuffarsi nelle acque dell’Atlantico. Fate attenzione a non tuffarvi di testa, è tutta roccia (e roccia dura).

    Don Gabino Dorta, noto proprietario di piantagioni di banane a Los Silos e figura importante della società locale all’inizio del XX secolo, ha dato il suo nome a questa piscina naturale riparata da antiche colate di lava vulcanica la cui origine è la montagna di Taco.

    Oltre a fare il bagno e a prendere il sole nelle piscine naturali di Los Silos, vi invitiamo ad aprire gli occhi e a prestare attenzione a ciò che questa zona della costa di Tenerife ha da offrire in più.

    Alghe, uccelli e microrganismi marini unici meritano una menzione speciale.

    Perché nelle numerose pozze che si formano quando la marea si ritira c’è un’interessante rappresentazione degli organismi marini più caratteristici di questi ambienti.

    Si tratta soprattutto di alghe (per le quali i locali sono soliti usare il termine “mujo”), che con i loro colori e le loro forme variegate formano curiose foreste in miniatura.

    Sono frequenti anche le pozze alte, dominate dal “mujo amarillo de charco”, in cui si possono osservare piccoli pesci come i “cabosos”.

    Le rocce che circondano queste pozze sono di solito piuttosto difficili da calpestare senza scarpe, perché sono piene di invertebrati come “sacabocados”, “lapas de sol” e piccoli “burgados”.

    Se ci avviciniamo un po’ di più al bordo del mare, scopriamo pozze sempre più grandi, dove l’acqua si rinnova più frequentemente e il cui fondo è densamente ricoperto da una grande varietà di alghe di diversi colori (marrone, rosso e verde).

    Questa abbondante vegetazione favorisce una ricca fauna in cui, tra i molti giovani di diverse specie di pesci, si rimane abbagliati dai colori variegati dei “pejeverdes” o dal sorprendente blu delle “fulas”.

    Possiamo anche trovare molti invertebrati (ricci di mare, stelle marine, cetrioli di mare, patelle, vongole, ricci di mare, ecc.)

    Paludi salmastre nella Caleta de Interián a Los Silos

    Una passeggiata lungo il litorale di marea può riservare molte sorprese.

    Una delle più gratificanti è senza dubbio l’osservazione di alcuni uccelli marini, spesso migratori, che qui riposano e si nutrono.

    Osservare la bianca ed elegante garzetta o l’inconfondibile chiurlo trillante è un buon modo per concludere un breve tour della costa, ma non prima di aver salutato Los Silos e il suo vulcanismo.

    È un paesaggio così caratteristico che a volte lo trascuriamo senza rendercene conto.

    Bina Bianchini

     

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